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Sian Heder (2021) 111 minuti - info
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Coda - I segni del Cuore

Si tratta di un film americano, remake de “La famiglia Belier”, film francese del 2014.

I “Coda” sono i figli (udenti) di genitori sordi (Children of Deaf Adults).
E Ruby, la protagonista, è l’unica figlia udente in una famiglia di sordi..
La domanda è: chi è il diverso qui?
Siamo abituati ad attribuire il concetto di diversità a chi si trova in minoranza; quindi, in questo caso la diversa è Ruby…
Ma la diversità è solamente un punto di vista: chi decide che cosa è diverso, secondo quali criteri si attribuiscono i concetti di diversità e normalità?
Perché Ruby, bilingue, capace di parlare una lingua vocale e la Lingua dei segni, si sente così: diversa, incompresa, desiderosa di vivere la propria vita inseguendo le sue passioni, alla ricerca di un compromesso tra ciò che vuole fare e le aspettative e i bisogni della sua famiglia…
Famiglia che ama, ma dalla quale si vuole emancipare, con la quale vorrebbe condividere la sua passione, che sembra apparentemente molto lontana dal mondo dei sordi: il canto!
E anche qui un altro stereotipo: “i sordi non possono ascoltare musica o non ha senso che lo facciano…” e invece: i sordi cantano, i sordi suonano, i sordi ascoltano la musica, i sordi parlano anche se non sentono, in modo diverso…e di nuovo: diverso da chi, da cosa? Semplicemente in un altro modo!
Forse bisognerebbe davvero sforzarsi di concepire il mondo, le persone in termini di UNICITA’ e dare finalmente valore a questo termine che racchiude tutte le diversità e le uguaglianze, le contraddizioni e le corrispondenze…
E bisognerebbe imparare a “tirare fuori la voce” come fa la protagonista, che significa avere un ruolo nel mondo, per sé stessi, per il prossimo, per difendere tutte le unicità!
Coda è un film commovente, da guardare in famiglia, con figli adolescenti ai quali potrebbe venire anche voglia di imparare la Lis, lingua meravigliosa che finalmente anche in Italia è stata riconosciuta lingua ufficiale!

Buona visione!

famiglia disabilità
Elisa e Mirko Maccatrozzo