Ella e John sono stati adulti responsabili e genitori amorevoli, ma da troppo tempo ormai, a causa delle rispettive malattie, sono stati privati di ogni libertà di scelta e ridotti a oggetto di cura da parte dei figli e dei medici. John, professore e intellettuale, sta perdendo la testa, mentre la vitalità di Ella è minata da continui dolori. Ancora più di quanto non abbiano fatto nel corso della loro vita, sono costretti ora ad appoggiarsi l'uno all'altra per compensare le proprie debolezze, ma soprattutto per salvarsi dal peggiore dei mali: essere divisi e inseriti in una delle tante pensioni per anziani presenti nel territorio. Decidono così di partire con il loro vecchio camper, per godersi quel che rimane della vita...
Il nostro parere: Una coppietta di anziani gagliardi, intestarditi a partire a sorpresa contro tutto e tutti, per un ultimo viaggio insieme su un vecchio e sgangherato camper storicamente battezzato "the leisure seeker" per le numerose antecedenti gite in famiglia...
Potrebbe avere il tono di una commedia romantica e leggera, sullo stile del film di viaggio con paesaggi sconfinati e il gusto della sfida di esperienze nuove, ma l'età e le condizioni dei protagonisti (malata terminale lei e con demenza senile lui), avvicinano il film alla tragi-commedia, senza scadere nel ridicolo o patetico ma avendo uno sguardo intimo sulla dimensione psicologica dei personaggi.
Le tante scene di tenerezza della coppia, ma anche di litigi e chiarimenti, con coinvolgimento a distanza anche dei figli, ne fanno un film che permette di pensare e discutere sulla coppia, sulla famiglia, sul rapporto dei figli con i genitori anziani, sul senso della malattia e del tempo che modificano inevitabilmente le nostre vite ma ci fa assaporare anche il valore dei ricordi, della tenerezza di una vita insieme. 
La cinepresa appare però distaccata, sembra non voler mettere un giudizio, e questo si vede tanto più nel finale, discutibile e da cui ci discostiamo oltre che per il contenuto anche perché appare troncare una trama che sembra quasi il regista non avesse idea di come far finire, scegliendo il termine più drastico e senza soluzioni di compromesso, in linea forse con l'estrema e intima solitudine dei protagonisti.