Film

Tate Taylor (2011) 146 minuti - info
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The Help

Qualche sera fa abbiamo deciso di vedere in famiglia "The Help". Film ambientato in Mississippi negli anni '60, racconta la storia di Skeeter, giovane ragazza di buona famiglia bianca, che ha appena finito gli studi e che vorrebbe diventare scrittrice. La sua ambizione lavorativa è ciò che la rende differente dalle sue coetanee, dedite soprattutto alla famiglia.
Tornata a casa, si rende conto che la domestica afroamericana, che l'ha cresciuta e che è sempre stata con lei fin da quando era bambina, non c'è più, e chiedendo spiegazioni ai genitori, e continuando a frequentare le altre sue coetanee, inizia a rendersi conto poco alla volta dell'ipocrisia e del razzismo radicato nella società. Decide quindi di scrivere un libro in anonimo, “The help” da cui il film prende il titolo,  in cui racconta delle esperienze vissute dalle cameriere e domestiche di colore, che nel raccontarle le loro storie rischieranno molto.


Ho trovato questo film molto profondo, e mi è piaciuto veramente tanto. Il film tocca molti aspetti, compresa l’ipocrisia dei personaggi bianchi nei confronti della gente di colore. Parla di coraggio, di giustizia e, soprattutto, anche nel non arrendersi. Simile ad un altro film, “Green Book”, vincitore di tre oscar nel 2016, “The help” mette il dito sulla piaga nascosta e ci mostra l'immagine cruda del razzismo, ma anche normalizzata, silenziosa e forse più pericolosa. Per questo, sebbene non offra niente di nuovo, ci trasmette un messaggio purtroppo atemporale.  Non basta dire che non siamo razzisti, è necessario cambiare il nostro modo personale e vivo di vedere gli altri e le loro vite.
A me personalmente ha colpito molto il personaggio di Minny, una delle domestiche, con una storia di violenza domestica, anche se di questo non si parla moltissimo, e che ha a che fare con una padrona particolarmente dura e crudele nei suoi confronti. Nonostante questo, però, nel corso della storia di dimostra veramente una persona forte, con tanto carattere, ma comunque gentile nei modi. 
A mio padre è rimasta particolarmente in mente la scena finale del film, quando Aibileen, una domestica afroamericana che con la sua testimonianza è universalmente riconosciuta come l'artefice dell'ormai popolarissimo libro, viene ingiustamente licenziata. Tra le lacrime della bambina che cerca invano di trattenerla e la totale passività di sua madre che le impone di andarsene, la donna, dopo essersi rivolta apertamente ad colei che ha innescato l’odio in tutta la cittadina le chiede: “Non è stanca di tutto questo odio? Non è stanca di essere cattiva?”. 
Per poi uscire dalla casa con fiera dignità, decisa a cominciare una nuova vita come scrittrice, grazie a The Help
In generale, questo film mi ha fatto riflettere molto proprio per tutti i suoi significati, e lo consiglio veramente molto.


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