Book

Ornella De Piccoli (2021) Apogeo Editore
Leggi le altre recensioni
Leggi le altre recensioni

A Bracciate

Barbara Pozzon, classe 1993, è un’atleta di Maserada sul Piave, ed è diventata famosa vincendo, prima italiana nella storia del nuoto, una competizione FINA Open Water Swimming Grand Prix 2017, sulla distanza di 57 km (da Santa Fe a Coronda). Barbara pratica la disciplina sportiva “nuoto da fondo”, una disciplina che, come dice il nome, si basa sulle grandi distanze, una maratona acquatica in parole più semplici. 

In Italia, purtroppo, ogni sport che non si chiama calcio viene parzialmente ignorato e relegato ad una nicchia di sparuti appassionati. Una introduzione che si è resa necessaria non solo per “posizionare” il perché di questo libro ma anche per poter “comprenderne” il significato. Il libro racconta, con gli occhi di una madre, l’avventura di Barbara in Argentina, alla competizione FINA.

Durante la lettura abbiamo modo di conoscere i componenti della famiglia Pozzobon, con uno stile di scrittura agevole e quasi discorsivo. Ma quello che più emerge da queste pagine sono sicuramente la tenacia e la determinazione di questa giovane nuotatrice, capace di non arrendersi, di non mollare mai. Un altro aspetto che viene alla luce è l’importanza di una famiglia che appoggia la figlia, che la sostiene incoraggiandola e sostenendola nei momenti non sempre facili degli allenamenti o delle scelte importanti, come per esempio quella di “fare un anno sabatico” dalla scuola per capire se dedicarsi al nuoto. 
La comunità di Maserada è anch’essa coinvolta in questo racconto, anzi, direi che né la promotrice. È solo grazie alla colletta organizzata da alcuni membri della comunità (che arrivano a creare un gruppo Facebook apposito per incoraggiare Barbara), che questa impresa si è potuta avverare, dato che il biglietto aereo per l’Argentina era totalmente a carico del team di nuoto. 
È, alla fine, un libro corale, un libro “d’insieme”. Quasi un ricordo del famoso motto dei moschettieri di Dumas: “Uno per tutti e tutti per uno”.  Tanto che, dopo aver letto il libro, mi è venuto da pensare che il titolo del libro avrebbe potuto essere “A (b) BRACCIATE”, perché quello che ti resta è la sensazione dell’unità, di aver fatto le cose insieme, di averle potute fare perché erano fatte insieme e cosa è meglio di un abbraccio per poter rappresentare questo?
Paolo Moro