Capita di sentir dire di non forzare i figli e non educarli troppo alla propria fede, perché quando saranno grandi potranno tranquillamente fare le loro scelte in modo più maturo e cosciente. Questo libro sostiene la tesi opposta. Da un lato perché per poter fare una scelta bisogna aver almeno conosciuto una fede e la testimonianza verbale e non dei genitori è essenziale come è altrettanto essenziale che questa educazione inizi fin da piccoli (come insegnare una lingua diremmo). Dall’altro perché quando rinunciamo a trasmettere quello che siamo e quello in cui crediamo,pensare che i nostri figli restino come pagine bianche fino all’età matura è una pia illusione e qualcun altro pianterà per certo semi e convinzioni diverse. E’ un dovere cristiano (assunto anche all’atto del matrimonio) educare i figli secondo la Parola ed essere quindi i loro primi catechisti; un dovere che non si può demandare in toto a nessun altro “specialista” (sacerdote, catechista etc). E’ normale sentirsi in difficoltà ad affrontare questa sfida educativa, a rispondere alle domande dei nostri figli o non trovare le frasi giuste. Questo libro di Robert Cheaib,teologo, scrittore e padre è senz’altro un ottimo strumento,da un lato analitico e dall’altro ricco di spunti pratici. Il saggio è diviso in cinque macro-capitoli relativi ad altrettanti aspetti dell’educazione alla fede: educazione preventiva (con frequenti riferimenti al metodo di don Bosco),educazione feriale (essere presenti nei momenti liberi, avere amorevolezza, usare il gioco),educazione come narrazione (capire il fascino e la potenza della narrazione piuttosto che la semplice predica), educazione responsabile e coerente (che scaturisca non solo dalla nostra testa ma da tutto il nostro essere, dai gesti e dalle parole che ci scambiamo in coppia, dalla minima distanza che ci deve esse tra quello che diciamo e quello che siamo) ed infine educazione responsabilizzante (far sentire i figli parte di questa storia).Questo libro regala ai lettori tutti i fondamentali per un'educazione alla fede dei figli invitandoci a cogliere la sfida e ad approfondire le nostra conoscenza di Dio, ricordando che spesso le loro domande di oggi erano le nostre di ieri.