Book

Luigi Maria Epicoco (2020) Tau editrice
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Farsi santi con ciò che c'è

Ho scelto di leggere questo libro, perché mi ha attratto il titolo “Farsi santi con ciò che c’è”, ma ancor di più l’immagine, a dir poco evocativa, di un frigo aperto.

La metafora della vita familiare si traduce ogni giorno in un gesto; aprire il frigo e con occhi smarriti dover prendere una decisione “cosa farò a pranzo e la merenda dei bimbi e a cena?” 
E come se questa domanda cosi assillante e per certi versi inquietante ti portasse a chiederti se poi in fondo la vita non sia tutta qui, non sia, alla resa dei conti, una banale routine o addirittura un lento logorio dell’essere “bestiale” che vive in te e che sei costretto a sfamare con una certa continuità affinché non muoia almeno fisicamente!
Quando rinnoverai quotidianamente questo gesto aprirai il frigo e ti dirai quasi sicuramente che forse quello che hai non basta a fare un buon pranzetto e sarà più facile immaginare che con i cibi che non hai, i cibi “mancanti” farai certamente un pranzo succulento. In due parole una sola magia: un pranzo senza aprire il frigo!!!
La sfida però di tutta un’esistenza dice il nostro amico don Luigi, sta proprio nell’aprire quel frigo e con quelle due, tre cosine o forse è più giusto dire, con quelle cosine trovate provvidenzialmente proprio lì, ci preparerai il migliore dei pranzi che avresti potuto preparare per i tuoi cari in quel giorno di Vita donata.
L’unico modo che avrai, affinché quella cena sia preziosa, come fosse “l’ultima cena”, è vivere dando un senso e un significato a ciò che realmente c’è nel tuo frigo, nella tua famiglia, nella tua vita...al nome che portano le ferite impresse dentro le pieghe e le piaghe della tua pelle.
Non esiste una famiglia ideale o un ideale di famiglia, esistono pranzi “poveri” e dignitosi, merende imperfette, cene impreviste, ma in fondo Cristo ha scelto di essere una scaglietta di Pane che si fa cibo, per cui forse sulla nostra tavola basterebbe avere solo ciò che è essenziale per realizzare a pieno la nostra vocazione...e cosa c’è di più buono del pane caldo fatto in casa, impastato, forgiato benedetto con un po’ di olio sopra??
Ecco in quel fantomatico frigo, ahimè, potresti ancora trovarci dentro, scrive don Luigi, il marito sbagliato e allora dovrai necessariamente cambiarlo, perché solo così la vostra unione funzionerà, o magari ci potrai trovare quella strega di tua moglie a cui attribuire ogni genere di colpa per poterle addebitare la fine del vostro rapporto.
L’unico modo che abbiamo per farci santi nelle nostre case è accettare che nostro marito (moglie figlio suocera) sia semplicemente ciò che è, sia reale ai nostri occhi, cosi reale da essere la terra dove noi delicatamente poggiamo i nostri piedi per camminare e librarci (altrimenti vivremmo in aria!) anche quando arriveremo a dirci:” ma era tutto qui mio marito”? Forse con la grazia di dio potremo risponderci “sì, ma quel tipo lì è un pezzettino somigliante a Cristo, un pezzettino della Sua carne.”
L’altro diverrà strumento di liberazione, solo se avremo prima di tutto accettato noi stessi e perdonato ogni nostra profonda miseria, l’altro sarà la Via che ci porterà al Mar Rosso, solo se dopo aver accolto noi stessi, accoglieremo “la paranoia della vita” di chi ci sta vicino per approdare insieme alla Terra Promessa ...con la consapevolezza nel cuore che solo Lui è la terra promessa.
Gli strumenti per farci santi saranno le piccole cose di cui vivremo: la preghiera, la Parola, l’eucarestia, l’apertura alla vita e vivere in casa come se con noi abitassero Maria e Giuseppe.
Certo Don luigi ci lancia anche una grossa provocazione: recitare il rosario ogni giorno, anche quello più particolareggiato e poi non aver fatto pace col proprio fratello non è certamente amare pregando...” come puoi dire di amare Dio se non ami tuo fratello?” 
La parola che entra in noi quasi potessimo masticarla sarà Parola di dio quando cambierà il nostro sguardo e noi pur con le nostre cecità convergeremo la nostra vita verso orizzonti di luce.
L’eucarestia sarà tutto quello che offriremo di noi agli altri, perché tutto ciò che non viene offerto marcisce.
L’amore di cui parla don Luigi non ha niente a che fare con le emozioni più o meno romantiche (stile film hollywoodiano), non riguarderà solo la sfera affettivo-psicologica, come la spiritualità da vivere non sarà una sorta di spiritualismo che ci faccia stare bene, ma l’amore avrà sempre un volto e una carne e sarò un incontro d’amore con Gesù Cristo...che si manifesterà e rivelerà ogni giorno in nostro marito moglie figlio amico nemico...
Natascia e Tommaso Acerbi