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Matteo Lancini (2023) Raffaello Cortina Editore
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Sii te stesso a modo mio

Un lungo e a volte ripetitivo saggio con una spietata analisi del rapporto tra gli adulti e gli adolescenti d’oggi. Ecco il testo di Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta insegnante all’Università di Milano – Bicocca, facile da leggere e intenso nei contenuti. Quali contenuti? Di base gli adulti sono fragili a causa della questione degli schemi patriarcali buttati via dalla contestazione e rimpiazzati con un bel “liberi tutti” e “fate quello che vi sentite” privo di reale autorità e soprattutto autorevolezza; inoltre questi stessi adulti fragili e contraddittori si muovono nel complesso mondo adolescenziale depressivo e a volte suicidario, da una parte invitando i ragazzi e le ragazze ad essere sé stessi e dall’altro pretendendo che i medesimi ragazzi e ragazze seguano uno schema preordinato dall’adulto stesso. Uno schema, tra l’altro, molto competitivo che gratifica solo i più bravi, i più belli e i più performanti e che scarta o comunque penalizza i meno capaci. Partendo da questa contraddizione di base, il saggio si sviluppa con molti passaggi interessanti tratti dall’esperienza professionale dell’autore e con una serie di perentorie affermazioni relative agli errori strategici di comunicazione causati dagli ordinari “interventi educativi” dei genitori, degli insegnanti e degli adulti di riferimento. Togliere il cellulare, per esempio, o limitare l’uso dei social vengono dipinti come inutili e dannosi per tutta la sfera relazionale del ragazzo, che ormai per tutti (compresi gli adulti) passa attraverso questi canali, soprattutto dopo la devastante esperienza del Covid. Così anche i voti a scuola (ovviamente quelli negativi) diventano un mezzo per diminuire la già scarsa considerazione di sé che l’adolescente sta comunque vivendo per i fatti suoi a causa della metamorfosi fisica in atto. Per superare questo limite viene indicata a modello qualche sperimentazione di scuole senza voti, nella quale i ragazzi si autoverificano, senza purtuttavia essere abbastanza preciso da convincere il lettore della reale efficacia della proposta. Anche la mancata educazione informatica viene segnalata come problema sostanziale in famiglia e soprattutto nella scuola dove gli investimenti del PNRR non riescono a colmare il gap tecnologico esistente. Insomma, è un testo che vorrebbe scuotere dall’apatia gli adulti fragili e forse anche le istituzioni scuola – governo e, basandosi sull’accettazione della situazione di fatto, ovvero della penetrazione della comunicazione via social e via internet, indirizzare i medesimi adulti ad una più efficace modalità di approccio al complesso mondo adolescenziale. Manca nelle conclusioni una reale proposta di azione che gli adulti possono mettere in atto. Quindi una analisi significativa, varie, precise, ma generali considerazioni da tenere presente, nessun suggerimento operativo, neanche a mo’ di traccia di lavoro da fare per casa. Speriamo che ci sia un seguito di “ricette” o almeno di percorsi da indicare agli spaesati genitori degli adolescenti per accompagnare questa fase di transizione che comunque sta investendo potente il nostro tempo.

Carlo Casoni