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Accogliere fraternamente le nuove famiglie

Tra le molte sfide che la famiglia cristiana è chiamata a raccogliere in questo tempo, c’è l’accoglienza delle nuove famiglie. Non è solo un incontro tra persone che hanno orizzonti diversi nel costruire la famiglia e non è solo l’accoglienza umana di situazioni che sfuggono ai paradigmi culturali a cui siamo soliti riferirci.
Si tratta di entrare in sintonia con persone forse lontane dalla fede o indifferenti con un’accoglienza fraterna che non giudica e che non si pone come migliore.
San Paolo nella lettera ai Romani al capitolo 12 tratteggia le modalità dei rapporti tra i cristiani di una Comunità e ad un certo punto afferma: amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda (Rm 12, 10). Come si intuisce, ogni singola parola ha un peso rilevante per San Paolo e con questa universale indicazione fornisce al cristiano uno stile unico che non c’è in altri ambienti di vita. E’ una prassi che anche il nostro Papa non si stanca di ripetere: prima amiamo senza giudicare, poi entriamo in sintonia e a questo punto possiamo esprimere e annunciare il Vangelo ovvero dare una parola di speranza e di senso. Si tratta di diventare fratelli e di vivere la fraternità prima di mettersi a discutere se una scelta in un dato contesto è meglio di un’altra.
In relazione al sacramento del matrimonio possiamo constatare che negli ultimi decenni c’è stato un ribaltamento della percezione sociale: da modello da seguire perché le convenzioni sociali riconoscevano solo il modello della scelta definitiva di due soggetti di genere diverso, a modello a cui tendere, a cui aspirare partendo quasi sempre dalla convivenza, dalla precarietà affettiva, dalla “prova”, a volte da storie effimere o casuali.
In questo orizzonte il matrimonio cristiano scelto a priori ovvero prima di attuarlo, riguarda coloro che hanno fatto un percorso interno alla comunità cristiana, che riescono a dare un significato esplicito alla presenza di Gesù nella umana storia di amore che coinvolge la coppia, che vivono un tempo di fidanzamento vero e proprio. Per molti altri, dopo aver percorso coscientemente strade lontane da Dio o comunque indifferenti e magari avere anche fallito una prima unione, il matrimonio cristiano può essere scoperto nell’incontro con la comunità cristiana e può diventare un punto di arrivo che la coppia decide di raggiungere. In tutti i casi l’accoglienza fraterna dei cristiani può dare a qualsiasi storia d’amore di coppia una nuova speranza di bene e di crescita. Da qui l’importanza cruciale per i cristiani di assumere uno stile fraterno e accogliente nelle relazioni interpersonali e di creare nelle comunità delle occasioni di incontro con tutte le nuove famiglie che vivono attorno ad esse senza escludere nessuna situazione.

Carlo Casoni