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Amoris laetitia: gioia pasquale

L’ultimo capitolo afferma: «la spiritualità matrimoniale è una spiritualità del vincolo abitato dall’amore divino» (315): una spiritualità che pone attenzione alla relazione. Nella parte intitolata Uniti in preghiera alla luce della Pasqua mostra due modalità in cui la Pasqua entra nella relazione coniugale. In primo luogo, offrendo un sostegno «nei giorni amari della famiglia» attraverso l’«unione con Gesù abbandonato che può evitare una rottura»: infatti, i «dolori e i problemi si sperimentano in comunione con la Croce del Signore, e l’abbraccio con Lui permette di sopportare i momenti peggiori». In secondo luogo, e a questa dimensione viene dato più spazio, «i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione» (317).
Un effetto dell’azione pasquale del Risorto è indicato in passo successivo: «C’è un punto in cui l’amore della coppia raggiunge la massima liberazione e diventa uno spazio di sana autonomia: quando ognuno scopre che l’altro non è suo, ma ha un proprietario molto più importante, il suo unico Signore. Nessuno può pretendere di possedere l’intimità più personale e segreta della persona amata e solo Lui può occupare il centro della sua vita» (320). D’altronde, l’alleanza matrimoniale è alleanza pasquale: «Gesù bussa alla porta della famiglia per condividere con essa la Cena eucaristica. Là, gli sposi possono sempre sigillare l’alleanza pasquale che li ha uniti e che riflette l’Alleanza che Dio ha sigillato con l’umanità sulla Croce». Sotto questa luce, «si notano i legami profondi che esistono tra la vita coniugale e l’Eucaristia» (318).
Di solito ci prendiamo impegni per la Quaresima: perché non prendercene uno per il tempo pasquale? Il numero 317 citato all’inizio suggeriva alcune modalità.
Don Francesco Pesce