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Amoris laetitia: in ascolto dello Spirito

L’esortazione di papa Francesco, come si è visto, parte dalla vita concreta delle persone e dalle loro effettive possibilità e vi ritorna continuamente. Allo stesso tempo, il testo non manca di fare riferimento all’azione dello Spirito, come si vede in numerosi passaggi. Fin dall’inizio, infatti, ricorda la presenza dello Spirito nel cammino della Chiesa nell’esistenza di «diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano», dal momento che «questo succederà fino a quando lo Spirito ci farà giungere alla verità completa, cioè quando ci introdurrà perfettamente nel mistero di Cristo e potremo vedere tutto con il suo sguardo» (3).
Un altro passo significativo è presente nelle ultime parole del capitolo quarto, che tratta dell’amore nel matrimonio: la crescita dell’amore non «è possibile se non si invoca lo Spirito Santo, se non si grida ogni giorno chiedendo la sua grazia, se non si cerca la sua forza soprannaturale, se non gli si richiede ansiosamente che effonda il suo fuoco sopra il nostro amore per rafforzarlo, orientarlo e trasformarlo in ogni nuova situazione» (164).
Anche nel capitolo ottavo, parlando della necessità di accompagnare, discernere e integrare le situazioni di fragilità, il pontefice afferma: «Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luogo ad alcuna confusione. Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità» (308). È un invito a cambiare sguardo e a cercare i segni dell’azione dello Spirito in ogni situazione, anche in quelle che non corrispondono all’ideale.
Don Francesco Pesce