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Comunità e Famiglia – L’amore concreto di Dio

La famiglia cristiana porta nel contesto sociale la volontà di Dio. Nel cammino sinodale sono stati focalizzati in particolare gli ambiti di vita che riguardano la comunità, il lavoro, la politica e l’ambiente. 
In primo luogo, gli sposi cristiani, come tutti i laici, hanno come attività principale della loro vita il lavoro. Hanno studiato, si sono preparati, si sono inseriti in una struttura produttiva o dei servizi, agiscono tramite il lavoro sulla società e sull’ambiente e interagiscono con la comunità e la società tutta nel suo complesso. Se poi sono presenti i figli, la loro azione si amplia alla protezione e allo sviluppo armonico dei figli propri e della comunità tutta. I bambini, i ragazzi e i giovani hanno come attività principale la propria formazione e lo studio. Quindi nella famiglia il “campo di gioco” è il lavoro e lo studio e tutti sono chiamati a una formazione continua che permetta di capire come operare in questi contesti.
Mentre i sacerdoti e gli altri consacrati agiscono con la testimonianza e la predicazione, i laici sono chiamati a fare, a realizzare, a concretizzare nella vita ordinaria e particolare la volontà di Dio e attraverso questo agire a testimoniare la bellezza della fede. Fare i fatti della fede nella vita ordinaria.
Questo insegnamento parte da lontano e ha attraversato la storia cambiandola profondamente. In un mondo spietato dove sembra prevalere l’egoismo e la prepotenza, San Paolo nella Lettera ai Romani esorta tutti noi cristiani a non conformarci a questo mondo, a lasciarsi trasformare per poter discernere la volontà di Dio e a praticare ciò che è buono, senza rendere a nessuno male per male ma cercando di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. (da Rm 12, 2 e 12,17).
Credo che sia da sottolineare la necessità di non conformarsi alla mentalità del mondo: sta qui la conversione cristiana, nel rifiutare i propositi di prevaricazione verso gli altri e nell’operare in modo attivo con lo stile che ci ha insegnato Gesù.
Come avviene in pratica tutto questo? Siamo chiamati ad accorgerci delle persone con cui viviamo e ad avere una visione positiva dell’altro e delle situazioni che incontriamo nella nostra attività. Come in famiglia agiamo per la cura e lo sviluppo reciproco degli sposi e dei figli, così siamo chiamati ad avere un atteggiamento proattivo nei confronti dei colleghi di lavoro, i vicini di casa, gli amici della Comunità Cristiana, gli amici dei figli, ecc.
Uno stile generativo che dalle persone si estende all’attività lavorativa, all’ambiente che ci circonda, alla politica che si sviluppa a partire dall’interessarsi attivamente del bene comune, alla società nel suo complesso.

Carlo Casoni