Article

Leggi gli altri articoli
Leggi gli altri articoli

Comunità e Famiglia - L'impegno

Ad una recente riunione tra alcune coppie, rappresentanti ognuna la propria parrocchia, è emersa con urgenza la necessità di recuperare lo spirito di comunità: il tempo del Covid ha accelerato il processo di disgregazione delle relazioni presente da tempo nella nostra società e nonostante le mille attività delle parrocchie e delle associazioni/movimenti cattolici questo prolungato periodo di forzato isolamento ha fortemente inaridito le comunità cristiane. Che fare? La prima considerazione condivisa ha riguardato la famiglia: da sempre la famiglia contiene le generazioni adulte e quelle in crescita ed è il collante naturale della comunità e della parrocchia. Di conseguenza un’esperienza pastorale che coinvolga tutta la famiglia si presta ad essere una modalità concreta per rinsaldare i legami di comunità ed opporsi alla spinta sociale all’isolamento e all’autoreferenzialità. La nostra organizzazione parrocchiale però è derivata dalla settorializzazione delle componenti della comunità ed è esperienza comune che ogni gruppo, associazione, esperienza ecclesiale non si conoscano, non dialoghino, non coordino i propri appuntamenti. Come attuare una pastorale trasversale ai vari settori e ai vari gruppi? Ecco la nuova sfida che abbiamo davanti, un nuovo campo dove esercitare con fantasia la progettualità della Chiesa. Con San Paolo (Rm 12,12) siamo chiamati ad essere “lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” ovvero ad agire con lo stile cristiano che ci è proprio per costruire comunità significative capaci di vivere con gioia le fatiche di tutti i giorni, di diffondere l’amore che Dio ci ha donato e di celebrare pienamente la comunione eucaristica. Di fatto si possono riprendere le ordinarie esperienze che si vivono in parrocchia (catechismo, gruppi giovanili, Azione Cattolica, scoutismo, gruppi famiglia, servizi liturgici, Caritas, ecc.) dandogli un nuovo significato. Si può proporre agli adulti (partendo da quelli attivi in parrocchia) di allargare la rete di relazioni a tutti i gruppi della comunità in modo da condividere la liturgia con una specifica impronta di accoglienza reciproca e a misura di famiglia (bambini, adulti e nonni). Con uno stile semplice e amichevole basato sull’apprezzamento reciproco, cercare di spezzare le cerchie esistenti per accogliere altre persone, per superare la solitudine e l’autoreferenzialità, per nuovamente sentirsi parte della comunità parrocchiale, per essere consapevoli di appartenere alla comunità cristiana e sperimentare la solidarietà tra famiglie.
Carlo Casoni