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Differenza uomo-donna, luogo di vita spirituale

Riprendendo il nostro percorso di spiritualità coniugale richiamiamo l’attenzione sul battesimo che avvia, in una persona, il dinamismo della crescita nella somiglianza con Dio: creato ad immagine di Dio, l’uomo ritrova la possibilità di gustare la vita mentre gradualmente diventa vita di un figlio di Dio, in relazione gioiosa di amore con il creato, con Dio e con gli altri. Nelle trame della vita ogni uomo scopre un modo specifico di realizzare la sua somiglianza con Dio nell’amore, ed è la vocazione cristiana.


Nel caso degli sposi, abbiamo detto precedentemente che la loro identità nuova prende la forma dell’accoglienza offerta all’altro e da lui ricevuta, ma, precisiamo ora, con una specificità evidente rispetto ad altre relazioni accoglienti, come quella tra fratelli o tra amici: l’altro che accoglie o da accogliere, è altro nella sua differenza sessuale. Tale differenza, secondo la Scrittura, è nell’uomo la traccia dell’immagine di Dio: «a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò». La differenza sessuale Uomo-donna è dunque riflesso creaturale dell’identità di Dio che, in se stesso, è comunione nella differenza, del Padre e del Figlio, nello Spirito Santo. Tutta la creazione porta la stessa impronta relazionale: «Le Persone divine sono relazioni sussistenti, e il mondo, creato secondo il modello divino, è una trama di relazioni. (…) La persona umana tanto più cresce, matura e si santifica quanto più entra in relazione, quando esce da sé stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. Così assume nella propria esistenza quel dinamismo trinitario che Dio ha impresso in lei fin dalla sua creazione» (Laudato Sì, 240). 


La conseguenza è che nessuno può trovare se stesso e conoscersi a prescindere dalla relazione con Dio, con gli altri e con le creature, ma farà esperienza di sé solo in quanto implicato in tali relazioni. Questo è particolarmente vero per la relazione tra gli sposi: «La missione forse più grande di un uomo e una donna nell’amore è rendersi a vicenda più uomo e più donna. Far crescere è aiutare l’altro a modellarsi nella sua propria identità» (Amoris Laetitia, 221). Il papa parla di un «amore artigianale», che richiede laboriosità, pazienza e arte, disposizioni interiori che maturano in chi abbandona la pretesa di cambiare l’altro a misura dei propri bisogni, ma si pone in sintonia con il cuore di Dio creatore, che ha voluto intensamente l’altra persona e l’ha consegnata come un dono da custodire e coltivare: « Quando si scopre la realtà, più limitata e problematica di quella che si aveva sognato, la soluzione non è pensare rapidamente e irresponsabilmente alla separazione, ma assumere il matrimonio come un cammino di maturazione, in cui ognuno dei coniugi è uno strumento di Dio per far crescere l’altro» (AL 221). 


La differenza sessuale è dunque il principale luogo spirituale per i coniugi perché è, in loro, il riflesso dell’immagine di Dio ed è una chiamata a realizzarsi insieme nella somiglianza a Lui, e in questo senso «ogni matrimonio è una “storia di salvezza”». Lo stupore si accompagna alla responsabilità e alla fatica, che sono motivate e sostenute dall’amore, ma anche dall’intuizione gioiosa di una comunione sempre più pienamente realizzata tra persone, maschio e femmina, già plasmate a forma della comunione, cioè in modo sponsale. L’unione sessuale è gustoso anticipo di questa meta e sua consolante promessa. 
Don Tiziano Rossetto