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Dio accompagna il nostro amore a crescere

Nello scorso inserto abbiamo messo in luce come l’amore che non cresce vada a spegnersi, magari raffreddandosi lentamente. Sempre a partire da Amoris Laetitia (AL), vorremmo chiederci insieme in che senso e in che modo l’amore possa crescere, verso quale meta e a quali condizioni.


Si può notare come i principali passi che in AL parlano di crescita dell’amore coniugale, parlino insieme anche dell’azione della grazia: «L’amore matrimoniale si custodisce (…) fortificandolo grazie ad una crescita costante sotto l’impulso della grazia» (134). E ancora, in riferimento all’atteggiamento verso chi non vive il proprio amore coniugale nel sacramento, dice il papa: «a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio». Anche qui grazia e crescita vanno insieme. Risulta chiaro allora che la crescita non è principalmente un compito affidato alla sola volontà degli sposi (74), ma è prima di tutto una possibilità aperta dalla Grazia, cioè dall’azione di Dio nella vita degli sposi, che inserisce il loro amore nel dinamismo del suo Amore trinitario. Se Dio è la fonte del loro amore, è sempre Dio che se ne prende cura attraverso «la divina pedagogia della grazia nella loro vita, e [la Chiesa li aiuta] a raggiungere la pienezza del piano di Dio in loro» (297). ‘Pedagogia’ indica l’azione con cui Dio accompagna i passi dei due che hanno scoperto e scelto di amarsi, in modo che tutta la loro vita prenda la forma dell’amore: «Essi sono chiamati a rispondere al dono di Dio con il loro impegno, la loro creatività, la loro resistenza e lotta quotidiana (74), […] corrispondendo alla grazia divina mediante più atti di amore, con atti di affetto più frequenti, più intensi, più generosi, più teneri, più allegri. [In questo modo] Il marito e la moglie «sperimentano il senso della propria unità e sempre più pienamente la conseguono» (134). Il termine ‘pienezza’ indica la meta del cammino d’amore matrimoniale, pienezza che ci è stata donata e fatta conoscere nel modo unico con cui Gesù ci ha amati e che San Paolo chiama ‘Carità di Cristo’. «La carità, in ragione della sua natura, non ha un limite di aumento, essendo essa una partecipazione dell’infinita carità, che è lo Spirito Santo» (134). È questa pienezza d’amore l’orizzonte possibile di ogni matrimonio, che appare contemporaneamente come rivelazione promettente e sfida impegnativa. «Un amore incapace di accettare il matrimonio come una sfida che richiede di lottare, di rinascere, di reinventarsi e ricominciare sempre di nuovo fino alla morte, non è in grado di sostenere un livello alto di impegno. Cede alla cultura del provvisorio, che impedisce un processo costante di crescita (124)». 
Capiamo che la via per crescere nell’amore è amare nella concretezza dei modi e dei gesti quotidiani: «L’unione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per gli sposi via di crescita nella vita della grazia» (74). Questo significa che Dio conduce a pienezza l’amore degli sposi attraverso le forme concrete in cui esso si esprime e si alimenta, facendone in tal modo il segno e l’anticipo dell’unione piena e definitiva con Lui nella partecipazione alla Sua vita d’amore. 


«Una comunione familiare vissuta bene è un vero cammino di santificazione nella vita ordinaria e di crescita mistica, un mezzo per l’unione intima con Dio» (316). AL parla di unione mistica attraverso la vita coniugale. Nel prossimo numero tenteremo di entrare in questo linguaggio e di leggere in questa luce l’esperienza coniugale.
Don Tiziano Rossetto