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Dolcezza dell’intimità

“La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia” Ct 2,1-7

L'incontro dei corpi nell'atto di incontro intimo degli sposi, non ha niente a che fare con la pornografia. È invece un atto profondamente umano, perché atto d'amore che richiama l'Amore, ragione ultima di tutte le cose. Atto sacro, atto eucaristico, dove il corpo è donato e il sangue è instillato.
 Un dono fatto da Dio agli sposi, perché sperimentino su questa terra, un frammento del suo Amore. Dio è l'amato che cerca l'umanità, sua amata, con tutto sé stesso. Desidera raggiungerla e incontrarla in tutte le sue dimensioni compresa la sua corporeità. Ecco perché Gesù si è fatto uomo.
 Nell'essere due in una carne sola, gli sposi si manifestano l’un l’altra questo desiderio di Dio, divenendo epifania bella della sua immagine.

Quando i due manifestano l'immagine di Dio? Quando pregano assieme, quando dialogano, quando si prendono cura l'un dell'altra e insieme curano anche le relazioni belle con i fratelli e sorelle. Ma c'è un altro modo che diventa specialissimo per gli sposi nel quale rendono presente Dio e la sua immagine, ed è quando fanno l'amore, vivendo in pienezza il dono di sé reciproco.

"Mi ha introdotto nella cella del vino"

Il vino è segno della gioia. Cos'è che rappresenta il vino nel nostro rapporto? Da dove nasce la gioia? Bisogna affermare con decisione che è il legame forte d'amore ciò che dà qualità all'unione fisica dei corpi e non viceversa.
 È la storia bella che costruiamo insieme, giorno dopo giorno, con attenzione e cura, che dà valore inestimabile al nostro rapporto e lo rende unico. Allora sarà bello dirsi che abbiamo sentito comunque la vicinanza dell’altro, in modo ugualmente speciale e profondo, anche quando l'amplesso amoroso non ha raggiunto l'apice dell'estasi, l’uscire da sè verso l’altro anche con il corpo. Sono anche questi i momenti nei quali si dimostra amore ed attenzione verso l'altro, perché molte possono essere le varianti che fisicamente, ma anche psicologicamente, posso influire al momento: motivi di salute, di fatica, varie preoccupazioni che ci abitano.
 È bello in questi momenti sentire la vicinanza dell'altro, che ti capisce, resta al tuo fianco, ti dimostra che comunque ti desidera, anche sapendo che c'è bisogno di altro in quel momento.

"La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia"

Nel donare il mio corpo, io faccio dono di tutta la mia persona al mio coniuge, per dirle profondamente tutto il mio amore, per dire quanto io ricerchi il suo bene, la misura del mio desiderio di essere "uno" con lei, con lui, per farla più bella/o di fronte a me, perché questo fa ritrovare anche me stesso. Si sa che donarsi totalmente non è sempre facile, perché istintivamente ognuno tende a prendere più che accogliere. Si deve allora praticare una buona "vigilanza" per allenarsi a vivere bene l'incontro dei corpi, dando valore al resto della vita quotidiana: i vari momenti della giornata nei quali siamo a contatto l'una con l’altro. Non si diventa "una carne sola" solamente nell'unione fisica se non siamo stati capaci di donarci e accoglierci durante il resto della giornata.

Per l’ascolto e la preghiera in coppia:

Trovate del tempo per voi, datevi un appuntamento. Dopo avervi fatto il segno di croce, e aver ascoltato il brano assieme, rileggete con calma il testo personalmente, 15/20 minuti.

Poi potrete chiedervi: Quale parola o frase ha attirato la mia attenzione? Cosa mi ha detto il Signore attraverso di essa? Quale messaggio mi sembra emerga per noi due e il nostro amore? Rivolgete al termine, una preghiera al Signore che parta dalle vostre riflessioni appena scambiate. Terminate recitando uno dei seguenti salmi: 45; 63; 12 
Lorella e Bruno Nardin