Article

Leggi gli altri articoli
Leggi gli altri articoli

Educare in famiglia - 10

268. Ugualmente, è indispensabile sensibilizzare il bambino e l’adolescente affinché si renda conto che le cattive azioni hanno delle conseguenze. Occorre risvegliare la capacità di porsi nei panni dell’altro e di pentirsi per la sua sofferenza quando gli si è fatto del male. Alcune sanzioni – ai comportamenti antisociali aggressivi – possono conseguire in parte questa finalità. È importante orientare il bambino con fermezza a chiedere perdono e a riparare il danno causato agli altri. Quando il percorso educativo mostra i suoi frutti in una maturazione della libertà personale, il figlio stesso a un certo punto inizierà a riconoscere con gratitudine che è stato un bene per lui crescere in una famiglia e anche sopportare le esigenze imposte da tutto il processo formativo.

La sezione del capitolo VII di Amoris laetitia che inizia con il n. 268, si apre con il titolo: “Il valore della sanzione come stimolo”. Siamo immersi in una cultura educativa che oramai da anni ha marginalizzato il valore educativo dell’autorità esortando, al contrario, ad agire una generica empatia (a prescindere). Termini come quelli che usa papa Francesco nel n. 268 ci sembrano a prima vista legati ad un’educazione di altri tempi: pentirsi, sanzioni, chiedere perdono, riparare il danno causato ad altri. L’attenzione che Francesco pone sulla fermezza educativa non è in contraddizione con la sua insistenza sulla misericordia e sull’accoglienza? Con i nostri figli dobbiamo essere autorevoli o accoglienti? In realtà i due codici originari a cui fa riferimento l’educazione, cioè il codice materno (accoglienza, ascolto, empatia, …) e il codice paterno (limite, regola, responsabilità, …), sono due codici realmente generativi tanto quanto sono in profonda reciprocità tra loro. In altre parole, agire l’autorità sganciandola dall’empatia, dall’accoglienza, porta ad una logica autoritaristica che in nessun modo è di aiuto alla crescita dei figli. Viceversa l’ascolto e l’empatia sono vane se separate dalla fermezza e dalla capacità di mettere i figli di fronte alle loro responsabilità e alle conseguenze dei propri comportamenti. Ecco che allora questo passo di Amoris laetitia ci invita, come madri e come padri, ad agire sempre più e sempre meglio insieme un’educazione che non è di uno o dell’altra, ma che va agita comunque in quanto coppia genitoriale. Insieme, mamma e papà, possiamo accogliere e ascoltare i nostri figli nei momenti di difficoltà, aiutandoli a comprendere le conseguenze delle loro azioni (anche di quelle “cattive”), e orientandoli con fermezza a chiedere perdono e a riparare i danni causati agli altri. Ascoltare non è sufficiente; sanzionare nemmeno.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera