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Educare in famiglia - 12

270. La cosa fondamentale è che la disciplina non si tramuti in una mutilazione del desiderio, ma in uno stimolo per andare sempre oltre. Come integrare disciplina e dinamismo interiore? Come far sì che la disciplina sia un limite costruttivo del cammino che deve intraprendere un bambino e non un muro che lo annulli o una dimensione dell’educazione che lo inibisca? Bisogna saper trovare un equilibrio tra due estremi ugualmente nocivi: uno sarebbe pretendere di costruire un mondo a misura dei desideri del figlio, che cresce sentendosi soggetto di diritti ma non di responsabilità. L’altro estremo sarebbe portarlo a vivere senza consapevolezza della sua dignità, della sua identità singolare e dei suoi diritti, torturato dai doveri e sottomesso a realizzare i desideri altrui.



Il numero 270 di Amoris laetitia ci suggerisce come l’educazione, e in particolare l’educazione in famiglia, si fondi su opposizioni polari. Papa Francesco fa riferimento alle opposizioni polari proposte da Romano Guardini (1885-1968), filosofo, teologo e educatore italo-tedesco del ‘900 sul quale Jorge Mario Bergoglio, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 scrisse una tesi di dottorato mai portata a termine e mai pubblicata. Le opposizioni che qui esprime papa Francesco sono legge e desiderio, disciplina e dinamismo interiore, suggerendoci che, per educare, legge e desiderio non possono essere due dimensioni contrapposte. Se in educazione utilizzassimo infatti la legge, i limiti, le regole per mutilare il desiderio e quindi per inibire il cammino del bambino/ragazzo, negheremmo la sua dignità e lo obbligheremmo a sottomettersi alle nostre aspettative (esplicite o meno). D’altra parte, se scambiamo il desiderio (che è sempre desiderio del bene e dell’altro, cioè vocazione) per un godimento senza limiti (l’idea cioè di poter essere tutto, avere tutto, fare tutto, sapere tutto, che ci ricorda il peccato di Adamo ed Eva), non aiuteremmo i figli a scoprire e a costruire un senso del loro cammino e li indurremmo a pensare che in fondo il mondo sia costruito su misura ai loro desideri, rendendoli così capaci solo di pretendere diritti, ma di non assumersi responsabilità. Interpretare legge e desiderio, disciplina e dinamismo interiore come estremi contrapposti, non aiuta quindi ad educare. Legge e desiderio sono entrambi poli positivi che devono stare sempre in tensione armonica tra loro, mai esprimersi l’uno a discapito dell’altro. Potremmo dire che dovremmo aiutare i nostri figli a vivere la legge del desiderio (autenticamente inteso). In fondo anche Gesù ci comanda l’amore: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri (Gv 13).



Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera