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Educare in famiglia - 16

274. La famiglia è la prima scuola dei valori umani, dove si impara il buon uso della libertà. Ci sono inclinazioni maturate nell’infanzia che impregnano il profondo di una persona e permangono per tutta la vita come un’emozione favorevole nei confronti di un valore o come un rifiuto spontaneo di determinati comportamenti. Molte persone agiscono per tutta la vita in una certa maniera perché considerano valido quel modo di agire che hanno assimilato dall’infanzia, come per osmosi: “A me hanno insegnato così”; “questo è ciò che mi hanno inculcato”. Nell’ambito familiare si può anche imparare a discernere in modo critico i messaggi dei vari mezzi di comunicazione. Purtroppo, molte volte alcuni programmi televisivi o alcune forme di pubblicità incidono negativamente e indeboliscono valori ricevuti nella vita familiare.




 Con il n. 274 del capitolo 7 di Amoris laetitia (“Rafforzare l’educazione dei figli”) inizia una sezione dal titolo “La vita familiare come contesto educativo”. Papa Francesco sottolinea come la famiglia sia il contesto primario per l’educazione morale e quindi il luogo “dove si impara il buon uso della libertà”. Individuare la famiglia come contesto educativo primario non significa sminuire l’importanza di altri contesti educativi (la scuola, la parrocchia, lo sport, i gruppi di pari, …), ma riaffermare la centralità della famiglia per la costruzione dell’identità personale. È in famiglia che, nel bene e nel male, le inclinazioni fondamentali “impregnano il profondo di una persona e permangono per tutta la vita”. È a partire da questa consapevolezza che comprendiamo quanto importante sia investire energie, lavoro, speranze nelle relazioni tra le famiglie e i contesti educativi della comunità cristiana e civile. Purtroppo è invece molto diffuso la rassegnata affermazione che, se le famiglie facessero il loro dovere, allora avremmo ragazzi educati e società migliori. Ma la famiglia da sola non può reggere una tale responsabilità. E il tessuto comunitario, sempre più frammentato, sostiene poco la famiglia; la quale, a sua volta, rischia di approcciarsi alle relazioni comunitarie solo in termini di richiesta di servizi. Una buona relazione famiglia-comunità è centrale per la crescita di tutti e di ognuno. Una buona relazione tra persona, famiglia, gruppi, comunità è, da questo punto di vista, anche ciò che permette che i nostri figli abbiano occasioni relazionali e quotidiane che “mediano” la loro relazione con la società. L’alternativa è che la relazione io-massa prenda il sopravvento e che i media (soprattutto i social media) assumano un’importanza esagerata nella formazione delle nuove generazioni.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera