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Educare in famiglia - 21

279. Non è bene neppure che i genitori diventino esseri onnipotenti per i propri figli, che potrebbero aver fiducia solo in loro, perché così impediscono un adeguato processo di socializzazione e di maturazione affettiva. Per rendere efficace il prolungamento della paternità e della maternità verso una realtà più ampia, «le comunità cristiane sono chiamate ad offrire sostegno alla missione educativa delle famiglie», in modo particolare attraverso la catechesi di iniziazione. Per favorire un’educazione integrale abbiamo bisogno di «ravvivare l’alleanza tra la famiglie e la comunità cristiana». Il Sinodo ha voluto evidenziare l’importanza delle scuole cattoliche, che «svolgono una funzione vitale nell’assistere i genitori nel loro dovere di educare i figli. […] Le scuole cattoliche dovrebbero essere incoraggiate nella loro missione di aiutare gli alunni a crescere come adulti maturi che possono vedere il mondo attraverso lo sguardo di amore di Gesù e che comprendono la vita come una chiamata a servire Dio». In tal senso, «vanno affermati con decisione la libertà della Chiesa di insegnare la propria dottrina e il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli educatori».

Nel n. 279 di Amoris laetitia papa Francesco parla di educazione integrale. Questa espressione richiama immediatamente anche quella di ecologia integrale. In Laudato sì 225 Francesco afferma che “un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda”; e poco dopo al n. 230: “un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”. Ma possiamo tendere ad un’ecologia integrale attraverso l’esperienza educativa che, per essere a sua volta integrale, non può essere spezzettata, a compartimenti stagni. Per educare serve, appunto, un villaggio e non dei soggetti giustapposti che, al limite, comunicano solo in maniera funzionale. Occorre quindi recuperare l’importanza delle esperienze di “alleanza” e di “comunità”, come ci suggerisce papa Francesco.  Il rischio però è quello di invocare relazioni di alleanza e comunitarie senza chiederci quali processi facciano crescere tali relazioni; occorre in proposito fare una distinzione tra i significati di connessione, relazione e alleanza. Connessioni ne abbiamo tante, ma quanto incidono nella nostra vita? Ma costruire un’alleanza nel tempo (ogni coppia lo sa bene) è un’altra cosa: chiede ascolto, pazienza, riconoscimento, dono, accoglienza, fiducia, desiderio, confronto, aiuto reciproco, responsabilità … è un cammino lungo, ma che ci fa assaporare il senso pieno delle relazioni d’amore, di amicizia, di comunità. Se costruire un’alleanza in coppia è un dono e un lavoro di una vita, costruire alleanze nella comunità (in particolare tra famiglia e scuola, ma anche tra famiglie, e tra famiglie e comunità) è parimenti un processo lungo segnato da fatiche e da gioie. Famiglie e comunità, famiglie e scuola, famiglie e parrocchia, per promuovere vita (il “concreto vivente” di Romano Guardini) hanno bisogno una dell’altra; pur nelle funzioni distinte, sono reciprocamente implicate. La famiglia senza comunità rischia l’implosione; la comunità senza famiglie rischia il vuoto e la frammentazione.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera