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Educare in famiglia - 22

280. Il Concilio Vaticano II prospettava la necessità di «una positiva e prudente educazione sessuale» che raggiungesse i bambini e gli adolescenti «man mano che cresce la loro età» e «tenuto conto del progresso della psicologia, della pedagogia e della didattica». Dovremmo domandarci se le nostre istituzioni educative hanno assunto questa sfida. È difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità. Si potrebbe intenderla solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione. In tal modo il linguaggio della sessualità non si vede tristemente impoverito, ma illuminato. L’impulso sessuale può essere coltivato in un percorso di conoscenza di sé e nello sviluppo di una capacità di dominio di sé, che possano aiutare a far emergere capacità preziose di gioia e di incontro amoroso.
 
Con il n.280 di Amoris laetitia inizia un’altra parte del capitolo VII che Francesco chiama Sì all’educazione sessuale. Educare alla sessualità per papa Francesco si inserisce nel più ampio contesto di un’educazione integrale che è, in primo luogo, un’educazione fondata su un’alleanza tra i soggetti educativi (in particolare famiglia e scuola). Ma educazione integrale è anche intendere l’educare all’identità sessuata come pienamente integrato nel cammino di crescita di un’identità (quello del bambino e della bambina, del ragazzo e della ragazza) tra le altre identità (quelle di una madre e un padre, dei fratelli e delle sorelle, degli altri uomini e donne in genere). Educazione integrale in questo senso è quindi anche pensare e agire l’educazione sessuale “nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione”. Se la sessualità viene separata dall’amore non è più via di incontro, di gioia e di crescita. Ciò significa anche che l’educazione dovrebbe mirare ad accompagnare la crescita di uomini e donne “interi”, non separati; se, ad esempio, pensiamo come genitori ed educatori che il corpo (e il corpo si dà sempre sessuato) sia in fondo irrilevante nel cammino di crescita e ciò che invece conta è lo spirito, l’intelligenza, i risultati, così come se invitiamo i nostri figli e i giovani, che incontriamo nel nostro percorso, a considerare importante solo ciò che sentono istintivamente come attraente senza valutare le conseguenze delle proprie scelte, non aiutiamo i figli a crescere nella loro integralità. 
Ci sembra importante sottolineare che la nostra identità sessuata cresce sempre nell’incontro con il differente da sé ed è nel nostro essere uomini e donne che incontriamo altri uomini e donne. Corpo e spirito sono quindi una polarità, indicibili e incomprensibili uno senza l’altro. Purtroppo il contesto culturale e sociale ci immerge in contraddizioni che non ci aiutano, la più significativa delle quali è tra un pensiero antropologico che per troppo tempo ha relegato il corpo e la sessualità ad aspetti marginali dell’identità e, dall’altra parte, una quotidianità sociale e mediatica in cui il corpo è esibito, esaltato, oggettivizzato. Papa Francesco ci introduce quindi, richiamando il Concilio Vaticano II, ad una riflessione che intenda promuovere “una positiva e prudente educazione sessuale”.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera