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Educare in famiglia - 24

282. Un’educazione sessuale che custodisca un sano pudore ha un valore immenso, anche se oggi alcuni ritengono che sia una cosa di altri tempi. È una difesa naturale della persona che protegge la propria interiorità ed evita di trasformarsi in un puro oggetto. Senza il pudore, possiamo ridurre l’affetto e la sessualità a ossessioni che ci concentrano solo sulla genitalità, su morbosità che deformano la nostra capacità di amare e su diverse forme di violenza sessuale che ci portano ad essere trattati in modo inumano o a danneggiare gli altri.
 
Papa Francesco ci invita a non pensare al “pudore” come una parola d’altri tempi. Ci sono molte altre parole, nel gergo cristiano, che rischiano di essere considerate di altri tempi; pensiamo ad esempio a “castità”, a “carità”. Quante persone rischiano di pensare al pudore come un’inutile inibizione, alla castità come un semplice astenersi dagli atti sessuali, alla carità come assistenza (o semplice elemosina). Dovremmo chiederci i motivi di questo impoverimento di significati. Sta di fatto che pudore, castità, carità richiamano significati e comportamenti centrali nell’educazione all’affettività e alla sessualità e, più ampiamente, nell’educazione all’amore in senso vocazionale (a proposito, anche la parola “vocazione” non gode di molta salute). Papa Francesco ci ricorda quanto importante sia vivere il pudore come protezione della propria interiorità evitando di trasformare sé (ma anche l’altro) in un oggetto sessuale. Ossessioni e morbosità sessuali impediscono di vivere la gioia della sessualità come dono di sé all’altro; sono sintomi di una sessualità vissuta in modo egocentrico. La castità, in questo senso, è proprio la capacità di vivere la sessualità nel dono di sé superando la spinta egoistica del possesso e del godimento senza limiti. La carità/caritas è in senso pieno l’amore (che quindi è chiamato ad essere anche pudico e casto) per come ce lo descrive San Paolo nell’inno alla carità (o all’amore). Inno all’amore che papa Francesco riprende in maniera intensa e dettagliata nel capitolo IV di Amoris Laetitia. Un’educazione sessuale volta a far crescere una gioiosa capacità di amare non può quindi fermarsi alla superficie.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera