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Educare in famiglia - 26

284. Non bisogna ingannare i giovani portandoli a confondere i piani: l’attrazione «crea, sul momento, un’illusione di unione, eppure senza amore questa “unione” lascia due esseri estranei e divisi come prima». Il linguaggio del corpo richiede il paziente apprendistato che permette di interpretare ed educare i propri desideri per donarsi veramente. Quando si pretende di donare tutto in un colpo è possibile che non si doni nulla. Una cosa è comprendere le fragilità dell’età o le sue confusioni, altra cosa è incoraggiare gli adolescenti a prolungare l’immaturità del loro modo di amare. Ma chi parla oggi di queste cose? Chi è capace di prendere sul serio i giovani? Chi li aiuta a prepararsi seriamente per un amore grande e generoso? Si prende troppo alla leggera l’educazione sessuale. 

Nel n. 284 di Amoris laetitia papa Francesco si chiede: “chi aiuta i giovani a prepararsi seriamente per un amore grande e generoso”, prendendoli sul serio? Pur comprendendo le fragilità e le inevitabili (e, per questo, accoglibili) immaturità di ogni percorso di crescita, Francesco ci invita a non ingannare i giovani disinteressandosi al loro cammino di maturazione, ma ad accompagnarli nel percorso di comprensione e di apprendistato dell’attrazione erotica integrata all’amore. L’amore erotico, infatti, è una dimensione costitutiva di ogni uomo e di ogni donna (anche di Dio, come afferma Benedetto XVI) e quindi in sé buono; ma chiede di essere sempre integrato con la dimensione affettiva dell’amore (philìa) e con la dimensione donativo-spirituale dell’amore (agape). È la crescita di linguaggi e gesti che esprimono sempre queste tre dimensioni, integrate tra loro, che dà forma al cammino dell’amore. Purtroppo, viviamo ancora in un contesto sociale e culturale che, probabilmente reagendo alla secolare negazione/paura del valore dell’eros, sopravvaluta e separa il desiderio sessuale dall’amore. Il “tutto e subito” a cui l’eros separato invita, apparentemente in maniera irresistibile, induce al possesso, all’oggettivazione, al non riconoscimento dell’altro. In questo senso papa Francesco parla di “apprendistato”, cioè di un cammino progressivo verso il bene possibile della sessualità e dell’amore. La triplice domanda sul “chi” delle ultime due righe ci invita, come adulti, genitori, educatori, ad assumerci la responsabilità fare questo cammino insieme.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera