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Educare in famiglia - 3

261. Tuttavia l’ossessione non è educativa, e non si può avere un controllo di tutte le situazioni in cui un figlio potrebbe trovarsi a passare. Qui vale il principio per cui «il tempo è superiore allo spazio». Vale a dire, si tratta di generare processi più che dominare spazi. Se un genitore è ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i suoi movimenti, cercherà solo di dominare il suo spazio. In questo modo non lo educherà, non lo rafforzerà, non lo preparerà ad affrontare le sfide. Quello che interessa principalmente è generare nel figlio, con molto amore, processi di maturazione della sua libertà, di preparazione, di crescita integrale, di coltivazione dell’autentica autonomia. Solo così quel figlio avrà in sé stesso gli elementi di cui ha bisogno per sapersi difendere e per agire con intelligenza e accortezza in circostanze difficili. Pertanto il grande interrogativo non è dove si trova fisicamente il figlio, con chi sta in questo momento, ma dove si trova in un senso esistenziale, dove sta posizionato dal punto di vista delle sue convinzioni, dei suoi obiettivi, dei suoi desideri, del suo progetto di vita. Per questo le domande che faccio ai genitori sono: «Cerchiamo di capire “dove” i figli veramente sono nel loro cammino? Dov’è realmente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere?».

Continuiamo con la lettura del capitolo 7 di Amoris Laetitia dal titolo Rafforzare l’educazione dei figli. Papa Francesco riprende (n° 261) la tensione educativa tra le polarità del controllo e dell’autonomia. Nel percorso di crescita dei nostri figli, pur in maniera differente nelle diverse fasi di vita, come madri e padri siamo sempre posti di fronte alla domanda su quanto proteggere e su quanto lasciare andare i nostri figli; su quanto controllare e su quanto agire con fiducia. Papa Francesco ci mette in guardia dalla tentazione del controllo, dall’ossessione di “dominare il suo spazio” più che “generare nel figlio, con molto amore, processi di maturazione della sua libertà, […] di coltivazione dell’autentica autonomia”. Il comportamento, purtroppo già abbastanza diffuso, di controllare con lo smartphone, attraverso apposite App, gli spostamenti dei figli è un indicatore, in questo senso, di un’abdicazione della presenza educativa a favore di un controllo dei loro movimenti, dei loro spazi. Papa Francesco ci suggerisce di dare meno importanza alla domanda “dove si trova fisicamente il figlio”?, per invece tenere vivi i quesiti: “dove si trova in un senso esistenziale, dove sta posizionato dal punto di vista delle sue convinzioni, dei suoi obiettivi, dei suoi desideri, del suo progetto di vita”? Ciò ci chiede di spostarci dal controllo alla fiducia. Fiducia che è un percorso nel tempo fatto soprattutto di ascolto, di riconoscimento, di confronto. Fiducia che implica sempre di accogliere la libertà del figlio e l’incertezza che questa porta con sé. La tentazione di mettere tutto “in sicurezza” rende inutile la fiducia e ci fa regredire nel controllo. 
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera