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Educare in famiglia - 4

262. Se la maturità fosse solo lo sviluppo di qualcosa che è già contenuto nel codice genetico, non ci sarebbe molto da fare. La prudenza, il buon giudizio e il buon senso non dipendono da fattori puramente quantitativi di crescita, ma da tutta una catena di elementi che si sintetizzano nell’interiorità della persona; per essere più precisi, al centro della sua libertà. È inevitabile che ogni figlio ci sorprenda con i progetti che scaturiscono da tale libertà, che rompa i nostri schemi, ed è bene che ciò accada. L’educazione comporta il compito di promuovere libertà responsabili, che nei punti di incrocio sappiano scegliere con buon senso e intelligenza; persone che comprendano senza riserve che la loro vita e quella della loro comunità è nelle loro mani e che questa libertà è un dono immenso.
 
Nel n° 262 di Amoris Laetitia il tema educativo centrale è la libertà. Papa Francesco afferma che il percorso di sviluppo verso la maturità “non è già contenuto nel codice genetico”. Come uomini e donne, cioè, non siamo determinati dal dato biologico, non siamo riducibili ad esso. Dal dato biologico, dal nostro corpo, dobbiamo partire (necessariamente) per dare senso a ciò che siamo, per andare oltre il condizionamento dei bisogni materiali. In altre parole, ciò che ci differenzia dagli animali è proprio la libertà che ci permette di andare oltre alla funzionalità, dando un senso alla nostra vita.
La libertà, in questo senso, è una faccenda seria, soprattutto da un punto di vista educativo. L’amore umano è fatto di libertà, esprime libertà. Educare a essere liberi non significa solo educare a scegliere (in termini di funzionalità o di utilità), ma significa educare ad essere capaci di andare oltre la soddisfazione dei propri bisogni, cioè educare ad essere e a farsi dono. La libertà è sempre libertà con l’altro, mai nonostante l’altro. In questo senso sono l’amore, la comunione, i legami che rendono liberi.
Ecco che allora siamo chiamati, come padri e madri, ad ascoltarci e ad ascoltare i nostri figli, a costruire legami di fiducia, a vivere relazioni di dono. Ciò ci consentirà, con pazienza, “di promuovere libertà responsabili, che nei punti di incrocio sappiano scegliere con buon senso e intelligenza”. Ciò richiede di accogliere il fatto che la libertà degli altri, e dei nostri figli in particolare, “può rompere i nostri schemi”, può deludere le nostre aspettative, può suscitare in noi forti perplessità. D’altra parte, non c’è fiducia, non c’è dono, non c’è amore, non c’è maturità che possa nascere se non a partire dalla libertà.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera