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Educare in famiglia - 5

263. Anche se i genitori hanno bisogno della scuola per assicurare un’istruzione di base ai propri figli, non possono mai delegare completamente la loro formazione morale. Lo sviluppo affettivo ed etico di una persona richiede un’esperienza fondamentale: credere che i propri genitori sono degni di fiducia. Questo costituisce una responsabilità educativa: con l’affetto e la testimonianza generare fiducia nei figli, ispirare in essi un amorevole rispetto. Quando un figlio non sente più di essere prezioso per i suoi genitori nonostante sia imperfetto, o non percepisce che loro nutrono una preoccupazione sincera per lui, questo crea ferite profonde che causano molte difficoltà nella sua maturazione. Questa assenza, questo abbandono affettivo, provoca un dolore più profondo di una eventuale correzione che potrebbe ricevere per una cattiva azione.



Con il n° 263 di Amoris laetitia si apre, all’interno del capitolo 7, una parte legata alla formazione etica dei figli. Papa Francesco individua un primo nodo di tale formazione etica nella questione della fiducia: “Lo sviluppo affettivo ed etico di una persona richiede un’esperienza fondamentale: credere che i propri genitori sono degni di fiducia. Questo costituisce una responsabilità educativa: con l’affetto e la testimonianza generare fiducia nei figli, ispirare in essi un amorevole rispetto”. La fiducia a cui fa riferimento papa Francesco è la fiducia di base, che si costruisce principalmente nel primo anno di vita, e la fiducia interpersonale che si sviluppa nel tempo soprattutto nell’ambito delle relazioni primarie – famiglia e comunità - . La fiducia è da intendere, in questo senso, non come una caratteristica personale, ma come una qualità che emerge dalle nostre relazioni; perché nasca e cresca fiducia nella relazione con i figli (e con l’altro in genere) sono necessarie relazioni nelle quali, attraverso un sincero ascolto dei sentimenti, l’altro si senta riconosciuto, amato. Significa un confronto franco e accogliente nella quotidianità grazie al quale, come suggerisce papa Francesco, il figlio percepisca di essere un dono prezioso agli occhi dei genitori. Solo nella lenta maturazione del sentirsi dono, ogni figlio e ogni figlia potranno essere dono a loro volta. Il dono, in questo senso, è un atto fiduciario. Sono quindi relazioni educative fondate sull’ascolto, sul riconoscimento reciproco, sul dono che fanno maturare quell’ “amorevole rispetto” e quella responsabilità tanto invocate nelle relazioni tra uomini e donne, tra genitori e figli, tra cittadini.
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera