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Educare in famiglia - 6

264. Il compito dei genitori comprende una educazione della volontà e uno sviluppo di buone abitudini e di inclinazioni affettive a favore del bene. Questo implica che si presentino come desiderabili comportamenti da imparare e inclinazioni da far maturare. Ma si tratta sempre di un processo che va dall’imperfezione alla maggiore pienezza. Il desiderio di adattarsi alla società o l’abitudine di rinunciare a una soddisfazione immediata per adattarsi a una norma e assicurarsi una buona convivenza, è già in sé stesso un valore iniziale che crea disposizioni per elevarsi poi verso valori più alti. La formazione morale dovrebbe realizzarsi sempre con metodi attivi e con un dialogo educativo che coinvolga la sensibilità e il linguaggio proprio dei figli. Inoltre, questa formazione si deve attuare in modo induttivo, in modo che il figlio possa arrivare a scoprire da sé l’importanza di determinati valori, principi e norme, invece di imporgliele come verità indiscutibili.



Con il n° 264 di Amoris Laetitia papa Francesco ci conduce al centro della questione educativa. L’educazione, potremmo dire, è quella relazione d’amore che ci rende capaci di essere liberi. Ed è la libertà che ci permette di agire bene e di camminare, a partire dalla nostra imperfezione, verso una maggiore pienezza. L’educazione è quindi, in se stessa, morale, poiché è volta al bene. Ma quali processi permettono/promuovono un’educazione ai valori, al bene, alla fede? Francesco ci suggerisce di mettere in atto un approccio induttivo, cioè che parte dall’esperienza per poi, attraverso la riflessione e la rielaborazione di tale esperienza, dare forma a significati, valori, principi, regole di vita. Tale cammino però i figli non possono (o non dovrebbero) farlo da soli. Come genitori siamo chiamati ad accompagnarli in un “dialogo educativo”; ciò può significare innanzitutto “stare” con loro, darsi la possibilità di “perdere” tempo con loro per ascoltarli, confrontarsi, “scontrarsi” se serve, condividere pensieri, emozioni, gioie, difficoltà. È tale presenza amorosa che accompagna i figli nella scoperta progressiva della verità. Quale verità potrebbero conoscere, quale libertà potrebbero vivere, quale felicità potrebbero desiderare senza amore?
Andrea Pozzobon e Daniela Bruniera