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Famiglia, luogo dell’unione mistica

Nello scorso numero della nostra rubrica, sempre nell’intenzione di cercare in Amoris Laetitia (AL), le linee portanti di una spiritualità coniugale, ci siamo imbattuti nel termine ‘mistica’ che, con ogni probabilità, non ci è molto familiare e non ci viene spontaneo associarlo alla vita della coppia, ancor meno a quella della famiglia.
A molti, la parola ‘mistica’ può far pensare a fenomeni straordinari che accadono ai santi o a persone speciali, particolarmente vicine a Dio, che si dedicano totalmente a lui nel silenzio e nella preghiera. Certamente le vite dei santi raccontano anche di fenomeni mistici, ma il senso del termine ‘mistica’ è più ampio e, come tenteremo di vedere, riguarda la vita di ogni battezzato e, in modo loro proprio, la vita degli sposi.
Per comprendere il significato del termine ‘mistica’ secondo papa Francesco, vediamo insieme un passo della sua prima esortazione Evangelii Gaudium: «il modo di relazionarci con gli altri che realmente ci risana invece di farci ammalare, è una fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano» (EG 92). Qui ‘mistica’ è una qualità della fraternità; è un modo di vivere i rapporti umani con una sensibilità aperta a scoprire e a sperimentare la presenza di Dio nelle persone. ‘Mistico’ è colui che ha sperimentato qualcosa della presenza viva di Dio ed è stato, in qualche modo, da Lui personalmente e intimamente raggiunto, non necessariamente attraverso fenomeni speciali, ma dentro esperienze e relazioni ordinarie. 
«Pertanto – dice Francesco – quando viviamo la mistica di avvicinarci agli altri con l’intento di cercare il loro bene, allarghiamo la nostra interiorità per ricevere i più bei regali del Signore» (EG 272). A volte, cioè, avvertiamo improvvisamente nel nostro intimo il senso di una corrispondenza tra la relazione che stiamo vivendo con una persona e la relazione che stiamo vivendo con Dio, come se fossero intrecciate e crescessero insieme, tanto che l’una ha effetto sull’altra, e questa è un’intuizione mistica. In tal senso dice ancora Francesco: «Ogni volta che ci incontriamo con un essere umano nell’amore, ci mettiamo nella condizione di scoprire qualcosa di nuovo riguardo a Dio. Ogni volta che apriamo gli occhi per riconoscere l’altro, viene maggiormente illuminata la fede per riconoscere Dio» (EG 272).
La mistica della fraternità si specifica quando prendiamo in considerazione il rapporto coniugale: «i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione» (AL 317). Anche qui emerge chiaramente che possiamo sperimentare realmente la partecipazione alla vita risorta di Gesù – invisibile agli occhi del corpo – non staccandoci dalla concretezza materiale della vita, ma vivendola a fondo condotti dall’amore, anche nella forma fisica del rapporto sessuale. Infatti la realtà corporea è già salvata dalla Pasqua di Cristo e, nella sua profondità più autentica, è intimamente connessa alla Sua vita divina. La vita spirituale, dunque, non consiste nell’estraniarsi dalla vita ordinaria, ma nell’entrarvi più a fondo. Per questo: «Coloro che hanno desideri spirituali profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica» (AL 316).
Don Tiziano Rossetto