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Gli spazi della comunità

Si può incontrare Dio nel campetto dell’Oratorio? Certo, come in tanti altri luoghi dove vivono le comunità cristiane. La scelta di Gesù di incarnarsi e di dare un valore sacro al corpo dell’uomo rende fondamentale tutto quello che direttamente o indirettamente ha a che fare con il corpo stesso. I luoghi di vita e di incontro sono quindi rilevanti per la realizzazione del Vangelo. San Paolo esorta i cristiani a condividere “le necessità dei santi” (Rm 12,13) e di essere “premurosi nell’ospitalità”. Naturalmente il riferimento è legato all’evangelizzazione, ovvero le strutture sono funzionali alla missione. Da qui si pone il problema del dimensionamento: quante strutture servono, quanto grandi, attente a quali necessità? Questi quesiti hanno un illustre precedente dato che Noè riceve da Dio stesso (Gn 6, 14-15) le dimensioni dell’arca (300 x 50 x 30 cubiti), l’indicazione del materiale da utilizzare (legno di cipresso) e le modalità d’uso. Nel racconto biblico la vita dell’umanità intera dipende dalla struttura di questa imbarcazione e fuori di metafora la storia sacra ci insegna che ogni spazio comunitario è essenziale per permetterci di vivere concretamente la fede. Le famiglie sanno bene che al momento del matrimonio la casa è essenziale per avviare la nuova storia e che con l’arrivo dei figli se serve è necessario cambiare la medesima casa con un investimento di risorse significativo. Dopo una lunghissima storia oggi le comunità cristiane hanno a disposizione molti luoghi, anzi troppi luoghi e molti di questi non sono più utilizzabili per la missione. Con coraggio e lungimiranza siamo chiamati a dimensionare le esigenze della comunità e a curare e dare vita agli spazi utili investendo quanto più è possibile per dare alle giovani generazioni l’opportunità di incontrare il Signore come è successo a noi più anziani e contemporaneamente è necessario dismettere le strutture non più funzionali. Queste valutazioni devono essere condivise dalla comunità tutta in modo che le scelte vengano ponderate e accolte e che in qualche modo si possa ascoltare la voce di Dio anche in queste faccende così terrene.
Carlo Casoni