«Ma come sarebbe stato possibile parlare della famiglia senza interpellare le famiglie, ascoltando le loro gioie e le loro speranze, i loro dolori e le loro angosce? Attraverso le risposte ai due questionari inviati alle Chiese particolari, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare almeno alcune di esse intorno a delle questioni che le toccano da vicino e su cui hanno tanto da dire». Con queste parole papa Francesco ha riletto il cammino sinodale sul tema della famiglia, indicando nell’ascolto della «situazione concreta e delle effettive possibilità» (AL 36) delle famiglie il punto di partenza imprescindibile di ogni riflessione e di ogni azione pastorale.
L’esortazione post-sinodale Amoris laetitia, infatti, è stata scritta dal pontefice come un terzo tempo dopo le due assemblee del 2014 e del 2015 e partire dall’ascolto degli interventi dei padri sinodali e dei testi prodotti, nati a loro volta dall’ascolto della voce di numerose famiglie di tutto il mondo. È lo stile di ascolto che ha permesso di allargare la riflessione e il dibattito oltre ai temi riportati dai media (comunione ai divorziati risposati e apertura della chiesa verso gli omosessuali). Si è parlato, infatti, di crisi di fede, di abusi e violenza, immigrazione, guerre e povertà, di convivenze e fallimenti, di figli da nuove unioni e di ragazze madri, come anche famiglie allargate e figli avuti da diversi partner, senza tralasciare il rischio, presente soprattutto nella nostra società occidentale, di autoreferenzialità della gestione dei propri desideri e aspirazioni e di privatizzazione della realtà familiare. Da uno sguardo così ampio nasce Amoris laetitia.