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L’incontro tra vicinanza e lontananza

“O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso” Ct 2,8-17

Il desiderio dell’altro, gioca e trova nuovo slancio, in tempi di vicinanza ma anche di lontananza tra chi si ama. Infatti è proprio quando l’amata è lontana che si sente la sua mancanza, e non si vede l’ora di riabbracciarla. La vita dell’amore è “luce e buio”, è “giorno e notte”, è “caldo e freddo” è “lontananza e unità profonda”. C’è quindi un tempo di solitudine che non dovrà essere per forza vissuto come abbandono o di non amore, ma accettato e sperato come preludio di un nuovo incontro. Il tempo della lontananza, come ricerca dell’altro, che alimenta il bussare continuo del desiderio. Nella lontananza, che può essere fisica ma anche affettiva - relazionale, predominante è il tema della ricerca. “Una voce! L’amato mio” Ct 2,8.

Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!

Fin dai primi versetti di questo brano (Ct 2, 8-17) si nota la poesia degli amanti che vengono raffigurati come animali particolari. Lui, infatti, è simile ad una gazzella, un cerbiatto, animali miti, non violenti, agili e liberi, non si possono addomesticare; mentre lei è raffigurata come una colomba, che sta nascosta nelle fenditure della roccia, quasi a raccontare la sua iniziale inaccessibilità. Resta chiusa nella casa della madre, con la porta serrata, protetta dalle inferriate alle finestre. Le mura materne e paterne della casa di origine, mura che ognuno dovrà superare, esodo che solo la forza dell’amore permette di intraprendere. Ma ecco la voce dell’amato “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!”. In verità il testo ebraico recita letteralmente: “Alzati e va’ verso te stessa”. Lei deve forse ritrovare se stessa, in se stessa trovare la forza e lo scopo per cui alzarsi e mettersi in movimento. L’amore sincero sa dare all'altro la capacità di andare verso se stesso, di incontrare se stesso, conoscersi nell'intimo e capire i propri valori, esprimere le proprie potenzialità. Interessante e significativo che l’amato non le dica di venire verso di lui, ma le chieda di partire verso se stessa, vincendo le sue paure, le sue incertezze. L'amore o cambia, trasforma, rende possibile un passaggio, una trasformazione, altrimenti non è amore. Si rischia di pensare che l’amore dell’altro sia finalizzato, o abbia senso, solo se permette la mia realizzazione personale, ma naturalmente rimanendo comunque quello che sono, senza cambiare nulla di me, della mia personalità, delle mie abitudini, delle mie idee, della mia libertà assoluta, del mio benessere. Per giustizia, come contraccambio, diventa normale pensare che io faccio la mia parte aiutando l'altro/a ad adagiarsi in quello che egli è, perché anche lui/lei possa rimanere quel che è; ma forse, a pensarci bene, si impegni a smussare lui/lei quel qualcosa che mi disturba. Questa è una trappola, perché alla lunga può manifestarsi come l'incontro tra due egoismi diventando deleteria per la relazione e la costruzione del noi coniugale. 
L’incontro tra i due è collocato in un ambiente ricco di natura, fiori profumati, animali, frutti maturi, ricorda forse l’immagine paradisiaca dell’Eden. C’è un giardino da coltivare e custodire. 
Ma il giardino può essere attaccato, può essere minacciata la sua bellezza e la sua sostenibilità, oltre che da aspetti interni, come abbiamo visto, anche da agenti esterni, è l’apparire delle “piccole volpi”.  
“Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore”. Ct 2, 15. Molte sono le interpretazioni avanzate rispetto a queste; una delle più probabili, ma anche suggestiva, sembra l’ipotesi che queste piccole volpi raffigurino, appunto, tutto ciò che di esterno può impedire o comunque minare la relazione d’amore della coppia, rovinando in qualche modo la fioritura e i frutti del loro amore. Allora si presentano via, via dubbi, incomprensioni, timori, intrusioni, altri spasimanti. Quali sono le nostre e personali “piccole volpi”, che possono devastare il bel giardino della nostra relazione? È bene individuarle, dare ad esse una connotazione, per trattarle nel migliore dei modi, sapendo che, nonostante tutto, esse sono “piccole”, importante non farle crescere troppo, ma dirottarle lontano dalla nostra vita fondata sul nostro amore e rispetto dell’altro/a.
 

Per l’ascolto e la preghiera in coppia:

Trovate del tempo per voi, datevi un appuntamento. Un luogo sufficientemente tranquillo della casa, che permetta di sostare dalla routine quotidiana, per poter gustare la gratuità del dono reciproco. Potete farvi aiutare anche da una immagine, un’icona, oppure la bibbia aperta o il crocifisso, accanto ad un segno di luce come un cero o candela.  Dopo avervi fatto il segno di croce, e aver ascoltato il brano assieme, rileggete con calma il testo personalmente, 15/20 minuti.


Poi potrete chiedervi: Quale parola o frase ha attirato la mia attenzione? Cosa potrebbe dire alla mia vita questa Parola? Quale messaggio mi sembra emerga per noi due e il nostro amore? Rivolgete al termine, una preghiera al Signore che parta dalle vostre riflessioni appena scambiate. Terminate con il Padre nostro prendendovi per mano.
Lorella e Bruno Nardin