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Presentazione della rubrica

Inizia con questo numero una piccola rubrica che, a partire dal capitolo 9° di Amoris Laetizia, dedicato alla ‘Spiritualità coniugale e familiare’, letto alla luce del capitolo 4°, ‘L’amore nel matrimonio’, vorrebbe offrire alcune tracce per cogliere e per vivere più consapevolmente il valore spirituale della vita familiare e coniugale.



Il compito non è facile per diversi motivi, innanzitutto perché il termine ‘spiritualità’ è esposto a molteplici interpretazioni che traggono linfa dalle principali contraddizioni di tipo culturale, antropologico e teologico che sono esplose alla fine dell’epoca moderna.



Alcuni malintesi. Il termine ‘spirituale’ ha assunto nella sensibilità comune il significato di ‘astratto’ mentre la vita, essendo ben concreta o ‘materiale’, non avrebbe nulla di spirituale e dunque, per un’esperienza spirituale, bisognerebbe uscire ed estraniarsi dalla ‘vita vissuta’. Intesa in questo modo, la spiritualità sarebbe irrilevante in particolare, ad esempio, per una famiglia appena formata, in cui i coniugi sono più intensamente impegnati nella cura della loro relazione ridefinendosi in modo nuovo rispetto ai tempi e agli spazi, assorbiti magari dalle esigenze del primo figlio da combinare con le esigenze professionali. Qui si innesta un’altra interpretazione fuorviante secondo la quale ‘vita spirituale’ sarebbe associata a ‘vita contemplativa’ o ‘intellettuale’, contrapposta a ‘vita attiva’. La prima sarebbe propria del clero e dei religiosi e la seconda dei laici impegnati nel mondo. Un’eventuale spiritualità laicale sarebbe pensata, al limite, come imitazione diluita di quella clericale o religiosa. 


La vita al centro. Il Concilio Vaticano II, recuperando una tradizione spirituale secolare afferma invece che la spiritualità dei laici «deve assumere una sua fisionomia particolare» anche dallo «stato del matrimonio e della famiglia». Attenzione: non chiede che ‘la vita spirituale entri tra le preoccupazioni familiari’, come se fosse un’altra ‘cosa da fare’ oltre alle tante per essere ‘buoni sposi cristiani’. Dice invece il contrario: «le preoccupazioni familiari non devono essere qualcosa di estraneo allo stile di vita spirituale» [dei laici] (AL 313). Cioè le preoccupazioni familiari fanno parte dello stile di vita spirituale tipico dei coniugi e della famiglia.


Compito. Il compito di questa rubrica è quello di accompagnare i lettori a cogliere il significato del termine ‘spiritualità’, la realtà vitale che esso indica e la sua rilevanza per la vita concreta della famiglia e per il suo significato.


Una prima chiave. ‘Spiritualità’ indica quel processo vitale che è «la relazione dinamica tra lo Spirito divino e lo spirito umano». Non è dunque questione di fare delle cose in più, ma di abitare sempre più al centro la vita fatta di relazioni, scoprendo la presenza invitante della Relazione essenziale che è lo Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio. Vedremo insieme in che modo essa abita l’umano e in che modo in essa abitiamo.
Don Tiziano Rossetto