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Sfide Pastorali 5

“Imparare ad amare qualcuno non è qualcosa che si improvvisa, né può essere l'obiettivo di un breve corso previo alla celebrazione del matrimonio”. Ad amare si impara fin dalla nascita, in famiglia, attraverso la propria storia e le relazioni nelle quali si è immersi. Per questo una pastorale che dia strumenti di crescita e accompagnamento alle famiglie e aiuti i coniugi “a crescere nell’amore e a vivere il Vangelo nella famiglia”, è di grande aiuto per i figli che, sperimentando fin da piccoli l’amore della famiglia e della comunità, un giorno potranno diventare capaci di fare scelte responsabili e di assumersi “un impegno pieno e definitivo” come è il matrimonio.
La preparazione al matrimonio che si cura nei corsi per fidanzati è importante, ma non il punto di partenza. Papa Francesco ci conduce ad una visione più ampia della semplice catechesi, al modo stesso di Dio di preparare all’amore: è Dio che chiama all’amore ciascuno, è Lui che prepara al matrimonio; la pastorale ha il compito di riconoscere questo e di accompagnare i fidanzati a leggere il loro amore, a discernere la verità dell’amore che stanno vivendo, ad avere fede nell’Amore.
L’amore nasce sempre da un dono: si impara ad amare perché si è amati da un altro. Dell’amore non sono io la fonte. Vi è un amore originario che si sperimenta con la nascita e in famiglia. Nascere indica che l’amore è sempre in principio, contiene una promessa che ha bisogno del tempo perché si possa esprimere totalmente, di tutto il tempo di una vita. Ognuno è chiamato a fare prima l’esperienza dell’essere figlio per poi divenire capace di donarsi e di essere a propria volta fonte di amore per un altro. Questo è Il primo tempo dell’amore, la preparazione remota.
Accompagnare i fidanzati è anche aiutarli a leggere le motivazioni per cui stanno insieme, aiutarli a chiedersi in quale amore si ha fiducia, per quale amore ci si vuole donare per sempre…

Maria Silvia e Paolo Moro