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Sfide Pastorali 8

Nella preparazione immediata dei fidanzati al matrimonio, è fondamentale, dice Papa Francesco, aiutarli a mettere il loro amore sopra di tutto,  e quindi anche a vivere la celebrazione liturgica con una grande profondità, dando valore ad un impegno che, unendo due battezzati tramite il consenso matrimoniale, anche nell’unione dei corpi, li rende “segni dell’amore del Figlio di Dio fatto carne e unito con la sua Chiesa in alleanza d’amore” (AL 213). Le parole e i gesti che manifestano l’amore, nella liturgia come nella vita degli sposi, sono segno della bellezza della fede. Anche il corpo, secondo il progetto originario di Dio, diventa “linguaggio dei ministri del sacramento, coscienti che nel patto coniugale si manifesta e si realizza il mistero.” (Giovanni Paolo II, Catechesi del 27 giugno del 1984).
Purtroppo, fanno notare i Padri Sinodali, molte volte i fidanzati sono così presi dall’aspetto tecnico della cerimonia, dalle foto e dallo svolgimento della festa che si dimenticano che non sono queste cose il centro della festa ma la presenza di Cristo che prende dimora nella loro unione .
Il consenso che gli sposi si scambiano il giorno delle nozze, ha un valore spirituale e teologico tale da trasformare la vita degli sposi da quel momento in poi, illuminandone il significato di ogni gesto e innestando la loro vita nella liturgia. 
Scrive infatti Papa Francesco: “E’ necessario evidenziare che quelle parole non possono essere ridotte al presente; esse implicano una totalità che include il futuro: «finché la morte non vi separi». Il significato del consenso mostra che «libertà e fedeltà non si oppongono, anzi piuttosto si sostengono mutuamente, tanto nelle relazioni interpersonali, come in quelle sociali”. Libertà e fedeltà non si oppongono ma si sostengono: la fedeltà custodisce la libertà dal momento che si è veramente liberi quando non è il vento di un amore emotivo a condurre, ma un amore che si fa dono per sempre, e che va nutrito con impegno e sacrificio giorno dopo giorno. Continua, infatti, Amoris Laetitia (citando un articolo dell’Osservatore romano): “Effettivamente, pensiamo ai danni che producono, nella civiltà della comunicazione globale, l’inflazione di promesse incompiute […]. Onorare la parola data, la fedeltà alla promessa, non si possono comprare né vendere. Non si possono imporre con la forza, ma nemmeno custodire senza sacrificio”.

Accompagnare i futuri sposi, dunque, a meditare le letture della celebrazione, a comprendere il significato dei segni, a pregare insieme e l’uno per l’altra, a consacrare il loro amore a Maria, (colei che a Cana di Galilea si assicurò che la gioia della festa non venisse a mancare per gli sposi e per gli invitati), è l’impegno fondamentale per chi accompagna nella preparazione immediata al matrimonio cristiano.

Maria Silvia e Paolo Moro