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Spiritualità dell’accoglienza

La spiritualità cristiana è sempre una spiritualità dell’accoglienza. Al centro della spiritualità non c’è qualche azione che noi dobbiamo compiere o un modello di perfezione esterno a noi da raggiungere e realizzare con il nostro impegno. Al centro c’è piuttosto un evento: si tratta di un dono, il dono dello Spirito Santo, spirito di Cristo risorto ricevuto nel battesimo e, per i coniugi, nel sacramento del matrimonio. Il battesimo ha riattivato in noi la relazione con il Padre e ci ha riaperto la possibilità di vivere da figli suoi, facendoci riemergere come immagine di Dio, secondo il suo pensiero creatore. Parliamo di vita spirituale proprio perché il protagonista della sua vitalità e del suo sviluppo interno è lo Spirito Santo.



Il dono di Dio. Nel sacramento del matrimonio la relazione di amore degli sposi è stata rivelata e accolta come luogo in cui risplende l’immagine del Dio invisibile e della sua fedeltà. «L’amore forte, versato dallo Spirito Santo, è il riflesso dell’Alleanza indistruttibile tra Cristo e l’umanità, culminata nella dedizione sino alla fine, sulla croce: Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amato» (AL120).



L’accoglienza dell’uomo. Ma il dono non è magico, non agisce cioè senza il coinvolgimento dell’uomo. Da un lato il dono è già operante perché ha già reso gli sposi immagine di Dio amore, ma essi non lo sono ancora pienamente.
Il dono apre la possibilità di una vita che si lascia assorbire dalla potenza di amore che agli sposi è stata consegnata tutta nel dono sacramentale attraverso lo Spirito Santo, amore pieno del Padre e del Figlio. «Le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza» (AL 121).
Questo dono può, però, essere apprezzato e gustato nella sua potenzialità di vita solo se è accolto



Una lotta. Nella nostra condizione di uomini feriti dal peccato, ci accorgiamo che l’accoglienza del dono di Dio è sempre una lotta.
La lotta fondamentale per gli sposi è quella di credere che il dono li ha effettivamente resi capaci di un amore fedele, libero e indissolubile, soprattutto nei momenti di fatica, quando esso non appare per nulla alla propria portata, non se ne vedono più i segni e si ha paura di perdersi. 



Il rischio dell’amore. Possiamo intuire che per gli sposi, coltivare con Dio un rapporto di fede ‘da figli’ è essenziale: è il contesto per rischiare di restare aperti all’Amore, non più soltanto per la fiducia nelle proprie risorse caratteriali o morali, ma per la fede in quello che Dio ha realizzato in loro il giorno del matrimonio. Allo stesso tempo, è solo l’esposizione concreta e quotidiana a questo rischio che alimenta e fa crescere la fede degli sposi.



Vedremo in seguito alcuni tratti specifici della spiritualità dell’accoglienza nella vita coniugale.
Don Tiziano Rossetto