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TOBIA E SARA: L’AMORE PIÙ FORTE DELLA MORTE

Questa storia parla di fedeltà, di prove a cui vengono sottoposti un padre ed un figlio e di come la fede in Dio possa sostenere tutto; timori, paure, malattie perfino la paura della morte. 
La vicenda di questo libro è ambientata attorno al VII secolo a.C. periodo dell’esilio a Babilonia e si svolge tra le città di Ninive ed Ecbatana. Una famiglia della tribù di Neftali composta da Tobi e Anna ed il loro primogenito Tobia si trova in difficoltà economica e di salute. A Ecbatana troviamo una seconda famiglia composta da Raguele, Edna e la loro figlia Sara a cui sono già morti 7 mariti a causa del demone Asmodeo. La sofferenza di Tobi, divenuto cieco, viene accostata alla sofferenza di Sara, derisa e schernita da una serva. Entrambi meditano di porre fine alle loro rispettive sofferenze e si rivolgono a Dio chiedendo benevolenza. 
 Ecco che le preghiere vengono esaudite e viene mandato l’angelo Raffaele, il cui nome significa “il Signore aiuta”. 
Tobi chiede a suo figlio Tobia di andare a riscuotere una somma di denaro depositata presso Gabael, suo parente. Tobia, prima di partire, viene istruito dal padre con una sorta di eredità morale, una serie di comandamenti da ricordare e tenere a mente, anzi a cuore. Il viaggio da sempre è considerato tempo e luogo che accresce la consapevolezza di chi lo percorre; ci piace pensare alla nostra vita di coppia come ad un lungo viaggio, dove la meta conta ma non tanto quanto il cammino stesso e le persone che incontriamo. Come coppia ci sentiamo in cammino, pellegrini nella vita, pronti a chiederci ogni volta “Chissà oggi chi incontreremo?” “Quali cose impareremo?”.
Tornando a Tobia, il cui nome in ebraico significa “il Signore è buono”, egli intraprende questo viaggio per risollevare la malasorte del padre caduto in malattia; in questo viaggio viene accompagnato saggiamente da Azaria, (che si rivelerà solo alla fine come angelo Raffaele). L’aiuto di Azaria per Tobia sarà essenziale e lo prepara all’incontro con Sara sua futura sposa. Quanto è utile nella nostra vita poter contare sull’aiuto di qualcuno di fidato? Chiedere consiglio ad un compagno di viaggio? Potersi fidare e contare sul suo aiuto è fondamentale, però occorre avere l’umiltà di cercarlo. Oggi non è sempre scontato questo, a volte l’orgoglio ci riempie l’animo e diventiamo come vasi ricolmi dove anche aggiungere una goccia farebbe traboccare il vaso.
Tobia si trova a desiderare Sara con la gioia nel cuore; tuttavia, resta forte in lui la paura del demone Asmodeo, della morte e della disgrazia in cui sarebbero caduti i suoi genitori. Questo passaggio ci ricorda di come noi ancora fidanzati ci interrogavamo sul futuro; i nostri timori … lei sarà la persona giusta? E lui sarà giusto per me? Azaria ha rassicurato Tobia ed i suoi timori e lo ha accompagnato presso il villaggio di Ecbatana per chiedere la mano di Sara a suo padre Raguele, cugino di Tobi. 
In questo momento sia Tobia che Sara sono divisi tra gioia e paura ma nella prima notte di nozze la coppia rivolge a Dio chiedendo grazia e salvezza, una preghiera sincera che viene dal cuore. Nel Cantico dei Cantici si scrive “forte come la morte è l'amore” (Ct 8, 6), ma qui avviene il cambiamento; il momento in cui l’amore diventa più forte della morte, la vince. Tobia usa lo stratagemma suggerito da Azaria ed il demone lascia Sara libera. L’amore di questa coppia vince anche i timori di entrambi che temevano le conseguenze di questo gesto. 
Chissà al mattino successivo chi sarà stato più sorpreso e felice tra Tobia e Sara e Raguele ed Edna! I genitori di Sara avranno avuto il cuore ricolmo di stupore. Come ci stupisce la vita a volte! Quando crediamo che prenderà la solita direzione ecco che arriva la sorpresa. Saremo sempre pronti a scoprire cosa Dio ha in mente per noi?
Torniamo un attimo alla morte; cosa realmente spaventa Tobia e Sara? Per Tobia il timore della morte e di far morire di angoscia i propri genitori mentre per Sara il fatto di perdere l’ennesimo marito e restare segnata e derisa. E cosa realmente spaventa noi della morte? E’ forse la separazione dalle persone care? Oppure il dolore che si prova prima di esalare l’ultimo respiro? Tuttavia, noi crediamo che sia più utile interrogarsi sul senso della vita; quanto vale una vita di una persona, breve o lunga che sia? Quale missione ci è affidata nei giorni della nostra vita e quale segno lasceremo sulla terra e per cosa verremo ricordati? Sicuramente per il bene che abbiamo donato agli altri, l’amore che abbiamo condiviso e moltiplicato con la nostra vita. La nostra famiglia ci ha insegnato che per quanto breve sia il segno che lasciamo, l’amore lo rende indelebile e visibile a tutti. 
La fede ci viene in aiuto di sicuro, ci insegna che non dobbiamo temere nulla, nemmeno la morte. E’ fondamentale sapere che siamo profondamente amati da Dio, nonostante tutto quello che possa accadere e che siamo riflesso del Suo Amore.
La vicenda di Tobia e Sara è un brano a noi caro, tant’è che l’abbiamo scelto come lettura per il nostro matrimonio. Di questi due giovani sposi ci ha sempre colpito la loro forte dedizione alla preghiera, affidarsi a Dio chiedendo grazia e salvezza per la loro unione. Il timore della morte è stato spazzato via dalla Amore di Dio facendo in modo che assieme giungessero alla vecchiaia. La forza della loro preghiera li unisce fin dall’inizio della loro storia. “Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio figlia!” (Tb 5, 10), queste invece sono le parole di Edna la madre di Sara che le dà un ultimo abbraccio pieno di tenerezza materna dopo aver preparato la camera nuziale. Siamo genitori da qualche anno e solo ora possiamo capire appieno questo augurio che la madre fa alla figlia Sara in vista di questo matrimonio. 
In definitiva l’insegnamento più grande che questo storia ci dà è il seguente: nella vita le prove e le situazioni negative non mancano. Dio ci chiede di affidarci a Lui e di chiedere grazia e salvezza ed al momento opportuno Lui ci aiuterà a superare queste prove con il suo Amore.
Valentino e Paolo (Famiglie del Movimento francescano fraternità familiari di Camposampiero)