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“Unica è la mia colomba, il mio tutto”

L’esclusività che garantisce la fedeltà

Testo Ct 6,1-12

Notiamo come la Parola di Dio che si esprime nel Ct, ci abbia accompagnato a riconoscere il cammino della relazione d’amore tra uomo e donna, come una continua ricerca dell’altro, nella scoperta graduale di un rapporto che si svela pian piano come unico e insostituibile. In questo breve brano del cap. 6, troviamo alcune coordinate per entrare a riflettere sul tema della “fedeltà”.

Ha ancora senso parlare di fedeltà oggi? Come ci presenta la fedeltà il Ct? Come e perché maturare questo atteggiamento? Ci rendiamo conto che le domande sono impegnative, non bastano sicuro 900 battute per darvi risposta, proviamo almeno a sbirciare tra le righe. Diciamo subito che il testo ci dà un’indicazione importante: la fedeltà nel rapporto di coppia ha come centrale la dinamica affettiva e non l’aspetto istituzionale del patto tra i due. Per molti secoli invece si è sottolineato più quest’ultimo elemento, sul quale basare la fedeltà e richiederla agli sposi. Il cuore del rito sacramentale ci riporta all’attenzione proprio la promessa della fedeltà reciproca che ricorda quella di Dio con noi: “per sempre”. Anche lo scambio degli anelli richiama “amore e fedeltà”: “ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà”. Fedeli alla persona, alla sua storia, al suo divenire e alla promessa fatta quindi, e non principalmente al solo patto stipulato. Si, perché la persona cambia; non resta per sempre quella che ci ha meravigliato nella nostra giovinezza facendoci innamorare, la persona che abbiamo incontrato quel giorno davanti all’altare, o la persona che oggi ci vive accanto. “Non si può essere fedeli soltanto al passato, e non basta esserlo al presente, bisogna essere fedeli al futuro da costruire insieme. Non basta essere fedeli, occorre diventare fedeli.”[1]

Cosa può aiutare l’essere fedeli? “Unica è la mia colomba, il mio tutto” L’amata qui viene descritta come “unica”, messa a confronto con l’harem del re Salomone, questo numero elevato di bellezze, non può sostituire l’amata, lei vale molto di più perché è “unica”. Lei è il tutto per il suo uomo, ciò che ama, ciò che cerca, ciò che desidera, lei sola può riempire il suo cuore. Torna alla mente l’unicità di Israele agli occhi di Dio, “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo” (Is 43, 4), ma anche il riferimento chiaro della fede del popolo ad un unico Dio, lo Shema Israel del Dt 6,4-5: “Ascolta, Israele. Il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore…”. Ciò che rende forte la fedeltà non si declina alla durata del tempo o alla stabilità del rapporto, quanto all’esclusività della relazione. Dall’unicità si passa all’appartenenza libera e gioiosa tra i due. Come per Dio e il suo popolo: “Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” (Ger 30, 22); così tra gli sposi: “Io sono del mio amato e il mio amato è mio” (Ct 6.3). L’uomo afferma il suo amore esclusivo, lo dichiara così forte che nulla può spezzarlo, come richiamato dalla metafora dell’amore tra una madre e sua figlia, nulla può cancellarlo. (Ct 6,9).
Il “per sempre”, desiderio che abita il cuore di ogni innamorato; cantato nelle canzoni, elevato nella poesia, un ideale che ci supera. Sappiamo infatti chiaramente che ogni amore non è garantito, spesso è più incline all’insuccesso e alla rottura, ogni amore umano infatti richiede una spogliazione davanti all’altro/a, richiede abbassamento, uno svuotamento, una “morte” al proprio io che non ci risulta facile, anzi! Ma allora cosa può aiutare una coppia cristiana a vivere la fedeltà reciproca? L’unico nostro riferimento certo è il “Dio fedele” “Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate, perché il Signore tuo Dio cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà” (Dt 31,6). Vivere il sacramento nuziale, diventa un’attenzione quotidiana all’essere fedeli alla relazione che ci ha riconosciuti e inviati a divenire una scintilla vivente del suo Amore. Essere fedeli a noi stessi e di conseguenza al nostro coniuge, dono esclusivo pensato per noi fin dal “Principio”. Vivere allora le incomprensioni, i momenti di crisi, le difficoltà che la vita ci riserva, sempre con la viva speranza alimentata dal rapporto nostro di coppia con il Dio dell’Alleanza. Egli fonda la nostra alleanza e mai la abbandonerà. Egli si fa presente sempre, ci ha lasciato la chiesa, luogo concreto della sua cura e premura nei nostri confronti. Ci mette accanto persone, amici, fratelli e sorelle che ci possono aiutare, affiancandoci discretamente con affetto, dovessimo affrontare fatiche e infedeltà. Sta a noi accorgersi ed accogliere l’aiuto di Dio in loro. Da soli non si va da nessuna parte. La nostra ispirazione di sposi cristiani è il Dio Fedele, ispirandoci al suo Amore esclusivo e irrevocabile, vivremo la certezza che la fedeltà è un dono che ci viene offerto, con la possibilità di essere vissuto per essere quel segno della fedeltà di Dio del quale il mondo ha bisogno.

Pregate assieme il salmo 30. Lodate il Signore.

[1] Autori vari – Il mio amato è mio e io sono sua – collana Spiritualità coniugale EDB 2016
Lorella e Bruno Nardin